La lingua può nascondere la verità, ma gli occhi mai.
Michail Bulgakov, Il maestro e Margherita, 1966/67

Bulgakov

“Il Maestro e Margherita” di Bulgakov, tra Bibbia e Demonologia

Già dalle prime pagine “Il Maestro e Margherita” comincia a volteggiare narrativamente su se stesso,come un cubo di Rubik fatto di storie assurde, personaggi grotteschi, grandi temi etici, realtà immaginifera e fantasia retrospettiva… questo libro è una galleria di umane velleità, vizi e virtù: non solo una mordente critica del mondo editoriale che miscrede l’arte vera, non solo una storia d’amore oltre-misura e amorale, non solo un Sabba catartico o uno show di demoni, codardi e giustizieri…

Nel caleidoscopio di vicende che si snoda in fantasmagoriche verità, Bene e Male si confondono tra azioni e intenzioni: Bulgakov dipinge un eroico Mefistofele che trasforma il teatro in reltà smascherando gli artifici di una società vuota e meschina,mostra i tormenti di un umanissimo Pilato sorto dalla penna dello scrittore-Maestro costretto all’esilio e poi risarcito dall’amore in un nero limbo di pace, colora di santità l’amore contrastato che sceglie il male per non morire… è impossibile raccontare questo libro,separare Cristo dal Demonio, il Maestro da Margherita o sperare di cogliere fino in fondo le dicotomie tra critica e letteratura, teatro e vita, storia e quotidianetà…c’è da leggerlo per rinvenirvi un tragi-comico senso di ardente verità… quell’universalità inchiodata a tratti solo dai grandi scrittori…c’è poesia in queste pagine, acredine, farsa, tormento, ironia, miriadi di personaggi, prospettive,colori…siamo nella Mosca degli anni trenta, ma, sembra, in ogni luogo… Bulgakov ha creato una delle più coinvolgenti commistioni di sacro e profano, atavico e contemporaneo, umano e divino… “Il Maestro e Margherita” è come una rupe di parole da scalare con la massima attenzione, per non cadere in fallo…la conquista della vetta confonde, una volta scesi, da lontano, se ne percepisce la grandezza..

Delia Cardinale

 

Foto in evidenza: [Joel Meyerowitz | Gold Corner, New York City, 1974]

 

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“C’è qualcosa di più importante della logica: l’immaginazione.”
Alfred HitchcockI mondi che ci circondano sono tanti e tutti diversi.
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