IL SOGNO DI UNA COSA

Sono passati molti anni da quando, noi scrittrici, venivamo definite “piccole mele marce” come ci spiega Virginia Woolf dal suo Una stanza tutta per sè.
Lei lo diceva espressamente: “mille penne vi aspettano se avrete il coraggio di scrivere e l’abitudine alla libertà”. L’invito era esplicito, “siete vergognosamente ignoranti” aggiungeva. E aveva ragione. Ora questo coraggio lo abbiamo trovato e stiamo coltivando quella libertà che è diventata consapevolezza, finalmente.
Qualche mese fa prendeva forma e sostanza il nostro progetto editoriale indipendente “Collettiva”, tutto al femminile.
Il cuore del progetto è un cambio di prospettiva rispetto all’editoria classica, sul piano commerciale e umano.

Collettiva è una piccola casa editrice che pubblica donne o persone femministe.
Donne che scrivono e fanno della scrittura un impegno quotidiano. Donne che con la scrittura creano il loro apprendistato intellettuale, donne che rubano dialoghi per strada, che vengono raggiunte dall’ispirazione in fila al supermercato, in auto, ferme al semaforo.

La scrittura della donna è “in cambiamento” e quando scopre la rivoluzione che si chiama “scrittura” vuole condividerla con le altre donne. Le donne condividono anche la “caduta nel pozzo” come ci racconta Natalia Ginzuburg. La caduta nella malinconia, nella disperazione, che, se condivisa, diventa una grande opportunità di crescita, di andare alle radici dell’essere, di creare libri autentici.

Il nostro intento è quello di prenderci un po’ di spazio in questo mondo, riabilitare la scrittura autobiografica, scandagliare la realtà non con un intento auto-terapico ma sociologico. Con le nostre autrici ci confrontiamo, parliamo di scrittura, condividiamo riflessioni. Nulla a che fare con gli editori che percepiscono un contributo economico dall’autore, organizzano qualche presentazione e poi evaporano. Noi intendiamo costruire una sorellanza, un percorso condiviso, che diventi pratica sociale e laboratorio permanente.

Non ci affidiamo a distributori, consegniamo a mano i libri alle librerie indipendenti che hanno abbracciato il nostro progetto. Rifiutiamo quindi, con intento politico, le logiche di mercato. I nostri libri saranno in giro, nelle piazze, nelle strade, nelle biblioteche, nelle case… Mai su un sito di vendita on line.

C’è un altro elemento per noi importante. Siamo a sud.
Essere nella provincia leccese, che trabocca di eventi culturali che a volte diventano dei carrozzoni estivi, ci fa desiderare il piccolo, l’autentico, il sommerso.
Per noi la resistenza culturale vuol dire creare situazioni di scambio umano, favorire le conversazioni e la pluralità di pensiero, dar voce ai racconti delle donne, promuovere i saperi femminili.
La nostra cartolina dal sud è intenta a descrivere cosa c’è fuori dall’inquadratura, laddove la vita è autentica, anche nella sua brutalità. Scoperchiare tutto, andare nelle fratture del mondo. È finito il tempo dei circoli letterari.

Simona Cleopazzo
curatrice editoriale di Collettiva

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