Mente.
Cuore.
Cervello.

Il cuore mente al cervello.
Il cervello mente al cuore.

S’infilò queste tre parole in tasca. Ci giocò come se fossero biglie. Erano fredde. Ma aiutavano a riflettere. Le sue dita rimasero incastrate nella tasca del cappotto in questo tintinnio. E più sudavano nell’umidità del rancore, più il piano si andava delineando nella sua mente.
Gli echi dei suoi passi sui sanpietrini viscidi riempivano la timidezza di quel mattino. Le scarpe di vernice cigolavano e facevano da contralto al gioco delle biglie.
Incazzato. Era proprio incazzato. Nero. Doveva fare in fretta prima che il cervello mentisse al cuore.
O prima che il cuore mentisse al cervello.
La confusione aumentava come i giri della centrifuga nel fegato. Troppe incazzature quella settimana. Doveva intervenire e “sistemare la cosa”. A modo suo.
Porgere l’altra guancia? Ma che razza di storia è questa? E’ una vita che porge la guancia al nemico e oggi si ritrova con il viso maciullato. E con queste tre biglie che rotolano nelle loro anime nere.
Prese tre scatoline e ne ripose in ognuna la “biglia mente”, “la biglia cuore” e “la biglia cervello”.
Aveva dato appuntamento al solito posto alle tre donne della sua vita. Con un nastro di velluto nero coprì loro gli occhi. Il perché di quel gesto non se lo spiega ancora.
Erano tutte e tre cieche.
E quelle biglie non erano giocattoli, ma proiettili autoesplosivi.
Restituì alle sue donne ciò che gli era stato tolto.

Uno scritto di Stefania Armentano direttamente dal corso di scrittura on line e interattivo
Le cose dei cassetti, condotto da Antonella Petrera per Colori Vivaci Magazine

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