Jack Nicholson e Anjelica Houston
©Ron Galella – Getty Images

Nino caro,

come riuscire a guardarti negli occhi? No, non si tratta di vergogna o pentimento di cui conosco con vaghezza il significato da quando ti conosco. Dal pensiero all’azione. Così è tra noi quando siamo insieme.

Da piccola, “nino” era il suono del furgoncino con la croce rossa che scarrozzava malati immaginari lungo il corridoio di casa mia. Nino, nino… la sirena molesta che martoriava le orecchie dei miei. Nino, Nino… oggi è il suono nero e rosso del tuo nome che riempie il mio respiro.

Anch’io desidero rivederti ma ho bisogno di un tempo piccolo per recuperare i miei sensi che ora giacciono a terra, tutti e cinque, rotolandosi a terra come bambini.

Sai, a casa hanno visto la bottiglia dell’olio d’oliva e davvero non riuscivano a spiegarsi cosa ci facesse lì, nella mia stanza da letto. Io e te lo sappiamo.

Con amore Maria

 

Maria!

Ti rivolgi a me con parole come queste e sei capace di terrorizzarmi mentre sorrido. Ti sembrerà una contraddizione ma non riesco a descrivere meglio come mi sento da quando ti conosco… da un tempo così piccolo come quello che mi chiedi tu ora! Eppure in questo tempo piccolo, tu, Maria, hai riempito ogni spazio, invaso i desideri e liberato tutte le voci che in me giacevano bloccate.

Olio d’oliva è il titolo di quella notte… Io e te sappiamo amare il gioco e giocare all’amore.

Mi hai lasciato talmente tanto da gustare nell’anima rischiarata che aspettarti sarà bellissimo, ossigenante come il tuo nome sulle mie labbra: M… aria!

Nino

Testo prodotto durante il corso vivace di scrittura online “L’indirizzo ce l’ho”, tenuto da Antonella Petrera

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