In questo esercizio i corsisti dovevano narrare di un’attesa. Quando Annalisa ha pubblicato il suo scritto, in cui narrava l’attesa di un incontro con Antonella, quest’ultima ha risposto narrando la sua stessa attesa di quello stesso appuntamento, che le vedeva entrambe come protagoniste, e ne è uscito uno scritto speculare, in cui possiamo vedere la stessa scena narrata da due punti di vista.

ARANCIONE E SHOCKING BLUE

Dalla finestra a quattro ritagli di Tiella spuntava una pianta di rose rosse.
Era proprio affianco a quella con maglione blu elettrico e capelli biondi accesi di sole.
Che aspettava proprio me.
Fremito di labbra nel crepitare dei sorrisi, varcata la soglia m’inonda il profumo di polpette al sugo carnose, palline rotolanti peggio dei Rolling Stone.
Era il mercoledì da Tiella, quello della creatività e dei sapori di idee misti a calamaretti e polipetti al pomodoro mediterraneo.
E Antonella mi aspettava col calibro 48 del suo entusiasmo diffuso e io avevo il passo veloce di chi non vuole farsi attendere, col foulard leggero e colorato in testa, per sottolineare la mia impertinente vivacità, come piace a lei, con i capelli elettrizzati, appena lavati, che respiravano nell’aria.
L’imponente Petruzzelli, zio del teatro e della arti ci toccava la testa e sorrideva, orgoglioso di noi.
Fatte piccole e giganti, il calore scorreva nei nostri corpi.
Annalisa Falcicchio

GIOIA CULTURALE E SCOPPIABILE

Che magnifica idea averle comprato una pianta. Lo zio Petruzzelli rosso-comunista, a fianco, fuori dalla finestra a quadri, aveva detto di essere d’accordo. Cristo, sperava che avesse indosso quel profumo pazzesco di monellerie rock che si metteva con parsimonia perché non lo producevano più. Stronzi. Come si fa a smettere di produrre il profumo della Falci? Fallite! La fame la rendeva nervosa, il suo stomaco non voleva aspettare e aveva già scelto per lei. Il vuoto di stomaco si sente anche quando ci si sta innamorando. Ma stavolta era fame. Di essere innamorata di lei lo sapeva già da due anni. Dal caffè e dalla foto dell’astuccio fuxia dell’Invicta. Sarebbe stata lì in pochi minuti. Una volta in un film aveva imparato un trucchetto per farsi obbedire dai camerieri. Amava di se stessa averlo imparato così bene. Così, prima che gli sconosciuti che avevano prenotato vicino alla finestra arrivassero, era riuscita a far spostare i cartellini alla cameriera dalla treccia lunga. Superpoteri della gentilezza. Sapeva che anche lei avrebbe scelto quel tavolo. Vederla prima dai quadri del vetro e poi entrare al Tiella fu uno scampolo di attesa che le fece scoppiare tutta la gioia culturale e scoppiabile. I polipetti morti di sugo si fecero mangiare volentieri e le polpette divennero più sexy per essere addentate da quei sorrisi da professioniste. Si accorse dopo che gli altri astanti le avevano per forza viste splendere. Fiera di essere al suo fianco. Sempre. 

Antonella Petrera

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