Ci sono persone che dovrebbero girare con appeso al collo un cartello, con su scritto, PERICOLO GENERICO, a caratteri cubitali.

Sono quelli in cui ti imbatti per caso, e che entrano nella tua vita,senza invito, magari dopo aver buttato giù a spallate la porta che avevi serrato accuratamente per anni, e che poi ne escono , con nonchalance, lasciando dietro di sé la desolazione e la distruzione di un ciclone tropicale.

Ci sono persone che andrebbero segnalate come si segnala la caduta massi sulla carreggiata, o l’attraversamento di cinghiali lungo la strada.

Ho sempre sostenuto che tutti noi dovremmo essere muniti di libretto di istruzioni, così da rendere fluide e meno complicate le relazioni interpersonali.

Immaginate come sarebbe se potessimo incontrarci, dare un’occhiata veloce l’uno al libretto dell’altro e seguire passo passo le istruzioni, tutto funzionerebbe alla perfezione.

Ma se questo ancora non è possibile, allora il triangolo di pericolo in dotazione ad alcuni, dovrebbe essere obbligatorio!!

Non dico una sirena rossa lampeggiante, quando ti si avvicina troppo, o un segnale acustico e l’intervento tempestivo delle teste di cuoio per impedire che la sua strada incroci la tua, ma almeno un piccolo triangolo di pericolo, un segnale generico che dica “ Guarda non so bene cosa accadrà ma ATTENZIONE”

Magari eviteremmo di trovarci, tempo dopo, a raccogliere i cocci della nostra esistenza uno per uno, perché qualcuno , con la delicatezza di un bufalo, ha deciso di travolgerci.

Forse così potremmo almeno tentare di proteggerci con delle imbracature, dei caschetti o delle scarpe antinfortunistica, non saremmo alla moda ma almeno avremmo il cuore e la mente salvi.

Perché prima di una curva pericolosa le frecce lampeggianti ci intimano di rallentare, mentre nessuno ti avvisa che esistono esperienze scivolose come sapone?

Perché su alcune strade c’è l’obbligo di catene a bordo, mentre si affrontano le relazioni con le persone a viso e cuore scoperti?

Ora non voglio dire che sarebbe giusto riesumare le teorie ottocentesche di Cesare Lombroso (seppure, chissà che non sia stato sottovalutato) ma se proprio non basta guardare in faccia qualcuno per capire se potrà farci del male o no, vi prego applichiamo la segnaletica stradale alle relazioni umane!!

Almeno potremmo indossare paracuore, imbottitura per rendere le spalle forti e visori notturni per guardare oltre, quando ci troveremo di fronte a “Pericolo Generico”.

testo e fotografia di Nicla Gadaleta

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