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Possiamo guidare la nostra fantasia con un dito.
Qual è il tempo necessario per una fantasticheria?
Quanto tempo ci vuole ad inventare una immagine che basta a farci star bene?
Ogni domanda è un piccolo viaggio.
E ogni risposta anche.

Dicono che i bambini sognano.

Anche gli adulti lo fanno.

Dicono che i bambini forse lo fanno meglio.

O meglio, forse i bambini lo fanno di più.

In più, loro sognano più spesso.

Sognano ad occhi aperti.

Vedono cose, sentono suoni, inventano voci…e immaginano.

Ci penso in questi giorni.

Ci penso mentre guardo questa noce.

Ne rompo il guscio in modo un po’ distratto mentre sto seduto a tavola e fisso la tovaglia assorto. Mi chiedo come si può trovare una barca… dentro la metà del guscio di una noce. E farla navigare in un lago di bicchiere. O in un mare di pozzanghera. E soffiarci un uragano. E guidarla con un dito.  Senza nemmeno preoccuparsi di essere così ingombranti da non poter mai entrare davvero in quel mezzo guscio. Come a dire che non c’è bisogno davvero di un nostromo, un capitano o un ammiraglio.

Che importa, mi dico. La immagino già che si ferma in uno dei tanti porti che non hanno ancora un nome.

E là si ferma per il tempo necessario.

Il tempo sufficiente ad immaginare un nuovo viaggio.

E la domanda non ha più bisogno di risposta, poiché la domanda è già viaggio di per sé.

È già un sogno così com’è.

Che la prossima noce navigante porterà con sé.

di Donato Simone Frigotto
per Buonanotteaisognatori
illustrazione Gaia Miacola

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