Gli altri vedevan siccità nei cumuli di polvere vicino al Motel Bonheur.
Io ci trovavo sempre delle piccole meraviglie insozzate: soldatini di piombo, foglietti, ferrettini, fazzoletti di stoffa.
Al motel Bonheur la gente fermava il tempo e tra la moquet ingrassata e le finestre ruotava le pupille per calmare gli orizzonti astratti.
Io ci lavoro da vent’anni al motel Bonheur e quando passa il treno e il vetro vibra sento gli amanti sussultare.
Esco presto al mattino e pulisco pure la strada della mia casa lavoro, non ho affetti ma guardo il mondo con il buon umore dell’immaginazione, la mia amica ancella che mi permette di accogliere volti e voci e vortici.
La sera, prima di mettere i bigodini in testa e di andare a letto, bevo un drink al bar dalla tappezzeria arancio e blu e in borsa ho un libro, carta e ironia.
Testo di Annalisa Falcicchio
Fotografia di Martin Parr
 
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