“Adesso tienimi” è un romanzo tagliente e doloroso come la lametta di un rasoio che colpisce nel punto sbagliato: lontano dal viso, dalle guance, dalla pelle ispida di barba.
Pubblicato nel 2007 da Fazi dopo aver vinto il Premio Campiello Giovani, oggi il libro della tarantina Flavia Piccinni vede nuova luce grazie al preziosissimo lavoro della collana “Fondanti” di Terrarossa Edizioni.
Siamo di fronte a una storia che coniuga l’asprezza dell’adolescenza – che all’ombra dell’acciaieria più grande ed inquinante d’Italia sembra essere malata come tutto il resto – con il dolore straziante che solo due amori tormentati possono regalare.
Sì, parlo di due amori perché entrambi svettano quasi con la stessa prepotenza e occupano piedistalli altrettanto importanti: quello per la città di Taranto e quello di una studentessa del liceo che si lascia trascinare verso il baratro da una relazione clandestina con il suo giovane insegnate di matematica e fisica, sposato e con prole.
Se come trama non vi sembra abbastanza è perché non avete letto il modo straziante e coinvolgente con cui l’autrice prende il lettore e lo trascina nel magma di questi due amori andati a male, lo fa affogare insieme alla protagonista, gli toglie l’aria e, al contempo, lo rende schiavo di quelle piccole dosi di ossigeno che somministra con sapienza, appena prima che soffochi.

Il padre di Giulia ha avuto il trasferimento e dall’ILVA andrà a fare l’ingegnere in qualsiasi altro posto d’Italia, lontano da Massafra e dalle luci dell’ultima città prima del mare. Si lascerà alle spalle, come decine e decine di tarantini, quello che è la città. Si lascerà alle spalle le urla, la rabbia, l’incapacità di reagire, la voce grossa che non serve a niente, i soldi contati, la birra Raffo, le manifestazioni, i telegiornali che dipingono Taranto sempre come un bozzetto al bivio fra salute e lavoro, giù, ancora, articolo dopo articolo, servizio di telegiornale dopo documentario, mille banalità. Si lascerà alle spalle il mare che scorre sotto il Ponte Girevole, sempre azzurro, sempre uguale. Mar Piccolo. Mar Grande. Si lascerà alle spalle i Riva, l’Italsider, il naso che brucia, le nuvole rosse, le tombe rosse, i guard rail rossi, e quei tramonti che nessuna città al mondo possiede: quando il cielo viene squarciato dal rosso, e poi il sole viene inghiottito nel nulla.

L’adolescenza, si sa, è un periodo senza compromessi: tutto è estremo, tutto ha tinte forti, e così lo stesso amore che i protagonisti sembrano riservare alla città in cui abitano – triste e doloroso, ma inevitabile – Martina lo riversa con altrettanta intensità su una storia che è durata pochi mesi di scoperta del sesso, della dolcezza e della violenza, della realtà, e poi l’ha lasciata con un vuoto incolmabile.

Fra mesi, forse anni, ti dimenticherò e il tuo ricordo sarà solo il sale che resta sulla pelle quando l’acqua del mare si asciuga. Le cicatrici orizzontali sui polsi, che non guardo mai.

“Adesso tienimi” è un romanzo da leggere tutto d’un fiato, per lasciarsi trascinare nel baratro assieme alla protagonista e, infine, cercare di uscirne rinati.
“Adesso tienimi” è un romanzo da leggere, a tutti i costi.

Manlio Ranieri

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