Ho una piccola macchia scura sulla gamba sinistra, proprio qui, all’altezza della tibia.
Mi son tagliata su uno scoglio, mi son tuffata da questo posto che se mi chiedono “dove sei?” potrò solo rispondere “sto qui” perche’ in fondo son sicura, questo scoglio non esiste.
Non fa niente – dico – prima o poi mi passerà.
Strafaccio e straparlo e tutt’intorno si ride e si discorre. Di genealogie da guerre puniche, di improbabili cristalliere, di operai agricoli tuttofare. Qui si sta davvero bene. Seduta su un angolo d’asciugamano annuso discorsi che disegnano casette al mare dove godersi la pensione con moglie o compagna annessa e poi così, senza sapere quando, un gabbiano mi raccoglie prepotente e mi porta via da sè in un tramonto di parole e pensieri silenziosi. Un mondo lontano. Lontano e silenzioso.
– Bello, vero?
– Si, bellissimo.
Quest’attimo preciso, il volo orizzontale, il momento sconosciuto in cui lui ha preso in prestito il mio sguardo e s’è ritrovato lì. Povero. Tra cielo e mare. Sospeso insieme a me tra ciò che è e ciò che non è.
Ho una piccola macchia scura sulla gamba sinistra, proprio qui, all’altezza della tibia.

Cristina La Carlà


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