L’altro giorno sfogliavo vecchi album di fotografie. Compleanni, tanti, tutti nella casa di via Mazzini 1. Tutti in posa dietro la torta.
Lo stesso tavolo, quello della cucina, gli stessi amici, alcuni dei quali presenti per obbligo (così ho sempre immaginato), la stessa me, con i capelli un po’ diversi, le posture un po’ diverse, gli occhi sempre gli stessi. Il mio sedere a papera non manca mai, presente all’appello.
I miei fratelli, occhioni innocenti a turno nascosti dietro montagne di panini anni ’90 o in braccio a qualche amica su di giri, scambiati per Cicciobello in carne e piedi a occhi di bue. Mia madre in giro tra cucinino e corridoio con in mano qualche bibita e gli occhi colmi di ammirazione, quando il passare degli anni ancora era leggero, e probabilmente, dietro la macchina fotografica lui, mio padre, l’uomo che ogni venerdì entrava dalla porta d’ingresso. Lavorava fuori, mio padre. Quando era a casa era festa e si nota nelle foto di quegli anni, tutte Kodak, tutte lucide, grandi, belle. Piene di camice hawaiane e regali della Fruttolo ottenuti dopo chili di yogurt alla fragola.
Sono belle le fotografie, ti permettono di vedere i cambiamenti del tuo corpo da un altro punto di vista. Con malinconica nostalgia disegnata sulle labbra e nostalgica malinconia dipinta nello sguardo.

 

Uno scritto di Tiziana Natilla nel Per chi ama leggere e per chi ama scrivere 

Ogni mese lanciamo uno spunto e un esercizio di scrittura e pubblichiamo il più bello, richiedete di entrare nel gruppo per partecipare all’esercizio di Maggio e ai prossimi. Buona scrittura e buona lettura! <3

 

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