Per chi si intende un po’ di storia dell’arte, per chi l’ha studiata a scuola, o per chi semplicemente ammira il bello senza porsi troppi perché alla ragione di ciò (come fa la protagonista di Villette di Charlotte Brontë, lei lo chiama “amore istintivo” per l’arte, pur non avendone scienza approfondita) allora la confraternita dei Preraffaeliti occupa un posto speciale nell’ottocento, ma anche per i gusti attuali. Esistono diversi modi di considerare l’arte (diverse teorie estetiche) e di rappresentare i contenuti che si vuole esprimere, il tutto con una precisa idea della forma, del disegno, del colore. Nel corso dell’ottocento, nell’Inghilterra vittoriana (nel 1848) nasce una confraternita (formata da Hunt, Millais, Rossetti) di pittori che si pose in antitesi alla pittura accademica, predicando invece un ritorno ai temi dimenticati del medioevo, e alla maniera “pre-raffaelliana”. Secondo questi artisti, il cui nome prende spunto da questo periodo storico, l’arte doveva essere spontanea, semplice, pura come furono gli artisti ai quali facevano riferimento, quelli anteriori a Raffaelllo. L’oggetto delle loro critiche fu appunto La Trasfigurazione (1518-1520), opera la quale, a detta di Hunt (uno dei fondatori del movimento) ” doveva essere condannata  per il suo disprezzo grandioso del carattere semplice della verità, per la postura altezzosa degli apostoli e per l’atteggiamento non spirituale del Salvatore”.

Questi pittori furono supportati da un celebre critico d’arte inglese John Ruskin che supportò il loro progetto e trovò in esso spazio per le proprie teorie dell’arte. Secondo Ruskin l’arte doveva avere un forte vocazione morale, per questo egli poneva l’artigianato al di sopra di tutto, soprattutto in relazione alla fiorente industrializzazione; egli proponeva una concezione poetica e mistica della natura, che doveva essere rappresentata in maniera diretta e sincera.

Ciò che rende le opere dei preraffaelliti così uniche, sia nella forma, sia nei contenuti è il richiamo a temi lontani come il medioevo, Dante, Shakespeare. Il medioevo non fu soltanto opera passata, secolo buio, ma fu messo in risalto, celebrato, cantato attraverso le tonalità forti della pittura preraffaellita. Il medioevo cavalleresco del ciclo di Re Artù, dell’amore cavalleresco, dell’onore, tutto questo ad esempio nelle opere di Edmund Blair Leighton, acquista una luce nuova e affascinante.

Il medioevo era l’epoca dei valori oramai desueti per l’ottocento, in una società che si avviava verso i risvolti più tragici della rivoluzione industriale, era forte il desiderio di un ritorno fiabesco all’età dell’innocenza; il coraggio dei cavalieri, la purezza delle dame, tutto questo era un buon immaginario per la fuga dalla realtà sempre più orientata al materialismo e all’utile. Oltre al medioevo cavalleresco (vedi Le belle dame sans merci , John William Waterhouse di cui esiste anche una poesia di Keats, o The Lady of Shallot, dello stesso autore), era anche la cultura letteraria ad attrare i membri della confraternita. Uno di essi, Dante Gabriel Rossetti, poeta alla maniera dantesca, raffigurò  Giotto dipinge il ritratto di Dante, Dante’s dream on the day of the death of Beatrice, Sautation of Beatrice, la Beata Beatrix; Dante esercitava una fascinazione notevole sul circolo, soprattutto in virtù della sua concezione pura dell’amore e della donna-angelo. E questo è un’altra ricorrenza nelle opere dei pre-raffaeliti: la donna angelica, dalla pelle chiara, dai capelli rossi, dai lineamenti delicati.

Un altro importante riferimento letterario è Shakespeare, bellissimo il quadro “ophelia” di  John Everett Millais (ripreso tra l’altro anche da Kate Bush in una copertina nel 1985), oppure quello ispirato alla “tempesta” (Miranda e la tempesta, John William Waterhouse)

Giovanni Sacchitelli

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