Aspettiamo.

Con pazienza, aspettiamo.

Con tenacia e ostinazione, aspettiamo.

A volte con ingenuità o con rassegnazione, aspettiamo.

Con il cuore in gola o aggrappati con le unghie e con i denti alla speranza, aspettiamo.

La nostra è una vita di attesa.

Si aspetta il treno, si aspettano i figli, si aspetta il risultato di un esame, si aspetta in coda al bancomat, si aspetta un messaggio, si aspetta una telefonata.

Si aspetta l’alba, si aspetta che arrivi la pizza, si aspetta il ritorno, si aspetta la sposa, si aspetta il caffè, si aspetta il proprio turno.

Si aspetta un cambiamento, si aspetta che accada qualcosa, che arrivi qualcuno.

Accettiamo di aspettare perché in fondo speriamo che questa lunga attesa ci porti finalmente la felicità.

Non si tratta di quella felicità travolgente capace di rivoluzionarci la vita, ma di quella sensazione leggera, come un formicolìo nella pancia che sale, sale su fino alle labbra, fino al sorriso.

Quella breve eccitazione che ti fa battere il cuore per pochi istanti.

Come quando inizia il concerto atteso per ore sul prato, come quando scopri una lettera che ti aspetta nella cassetta della posta.

Come quando sali finalmente la scaletta dell’aereo, dopo tutta la trafila in aeroporto.

Come quando scopri che è Suo il messaggio appena annunciato dallo squillo del cellulare.

Piccole schegge di felicità, fatte di vetro, così sottile e fragile da renderle delicatissime.

Ma è per loro che aspettiamo, per quei momenti di felicità, così brevi e sfuggenti che una volta passati, ricominciamo ad aspettare ….

Nicla Gadaleta

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