Io e la mia ombra siamo inseparabili.

Ci capiamo al volo, forse perché la luce illumina le nostre menti in modo diverso a seconda delle ore del giorno.

Ora lei si allunga, ora si distende, ora dopo ora si avvicina e si allontana.

A volte mi precede, sono costretta ad inseguirla per raggiungerla, senza mai riuscirci del tutto.

Altre volte mi segue, appare quasi inquietante quando si ostina a starmi alle spalle.

Non nascondo che spesso penso che anche lei faccia fatica a starmi accanto, ma trovo inutile che faccia la sostenuta, probabilmente lei non se ne rende conto ma mi assomiglia così tanto che credo sia facile confonderci.

Ci sono giorni in cui prende il mio posto.

Sono quei giorni strani, quando non so perché ma nulla va.

Quei giorni in cui mi sveglio e l’ombra si accoccola sulla testa.

Provo a spostarla ma lei si sistema sempre più comodamente.

Provo ad ignorarla ma è così grigia che non lascia filtrare la luce del mattino.

Finisco per cederle il passo, altrimenti inciamperei nella nebbia in cui mi avvolge.

Si allunga e mette in ombra anche le cose più belle.

Mi nasconde l’orizzonte e il mio sguardo non riesce ad arrivare lontano.

Si fa scura come le nuvole prima del temporale e a volte lascia sfuggire qualche goccia di pioggia sul mio viso.

Allora aspetto, paziente che passi. Nel buio della notte si dissolve, si confonde con tutte le altre ombre e al mattino torna sottile a camminarmi accanto,  fedele compagna che muta forma e intensità trasformandosi alla luce.

Nicla Gadaleta

immagine da: “L’ombra” di Suzy Lee

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