Nella mia testa ci sono lenzuola.
Quelle stropicciate dopo una notte di sesso e poi lasciate lì, quando la mattina non te la senti di rifare il letto, o forse non ne hai voglia perché desideri che rimanga così: ancora testimone.
Ci sono le lenzuola di una notte insonne, di quelle in cui vorresti essere in decine di altrove ma, invece, ti ritrovi al buio a rigirarti come una cotoletta nell’impanatura.
Ci sono le lenzuola stese al sole sul terrazzo della villa. Ed è subito estate.
Nella mia testa ci sono i fantasmi: un po’ come quelli che ci avevano fatto immaginare da bambini – col lenzuolo addosso – ma anche diversi, più terrificanti, con la forma di tutte le nostre paure.
Nella mia testa c’è il cuscino a cui dormo abbracciato, da quando ho iniziato a maturare una coscienza sentimentale, e che ancora stringo per tenere salde tutte le mie mancanze.

La notte scandisce il suo tempo
nel silenzio denso dell’oscurità
mentre viaggiamo scalzi
verso un mondo agognato.

Nella mia testa ci sono i sacchi a pelo che profumano di sudore e di libertà: l’amore dentro una tenda, attenti a non fare troppo rumore perché all’esterno si sente tutto.

Nella mia testa si scontrano
fragorosi
i vorrei con i voglio

Testo e fotografia Manlio Ranieri

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Lenzuola di Manlio Ranieri è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
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