Con lo sguardo dei gatti sui tetti spioventi di Parigi e i controsoffitti ingombri di ricordi, traffico di lame e diagrammi, col solito piccolo Vietnam sottobraccio: lo venderà prima o poi, come un grosso falso storico.

Chissà se Medusa sarebbe sopravvissuta alla sua immagine riflessa – si chiede- ma facevano troppa gola i suoi occhi perchè si potessero scrutare. ” Tagliatele le testa!” urla la regina di cuori dal mazzo e lui dimentica le regole del black jack. Un maledetto 21.

Ma sa di avere cuore e memoria da elefante, un corpo da topolino e i nervi difettosi.

Comprerà scarpe comode perchè ha tanto da camminare, capovolgendo la scacchiera ippodamea per fluidi sentieri a volute cerebrali.

I misteri sono tanti come le palline nei soffitti- aveva spesso pensato all’argilla espansa, ma era così poco pittoresco.

Era particolarmente affezionato a qualche sua creazione, anche se erano storie segretissime che non aveva mai scritto, quel tipo di storie che qualcuno racconta a se stesso prima di addormentarsi e custodisce gelosamente, vergognandosene, anche.

C’era la mezza lupa blu con gli occhi brace, una principessina indiana schizofrenica, l’uomo barbuto che andava a cavallo e un vecchio bibliotecario: creature da nascondere sotto il cuscino.

Spesso si chiedeva se qualcuno lo avrebbe amato davvero per la sua natura.

Scrivendo a macchina aveva avuto un’illuminazione: non rivolgere la parola a nessuna donna senza un brutto mazzo di fiori gialli.

“Ti piacciono i miei fiori?” : sarebbero dovute essere le prime parole di questa donna.

E lui avrebbe risposto di no.

Delia Cardinale

credit photo Sandra Ramos Casasampera

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