Posteshop


 

Cammino a passo svelto nel corridoio ampio, vestito solo di bacheche riempite da annunci troppo vecchi che nessuno leggerà più. I poster uno sull’altro sembrano scaglie di pelle secca, strati su strati di pelle morta. Ho tutto il peso dei mie pensieri sul petto. Un groviglio di frasi d’amore e di odio che non fa passare l’aria, mi lascia col fiato spezzato e la bocca riarsa dalle troppe sigarette. C’è una cavità nascosta dentro di me ed è lì che io vivevo mentre manovro un corpo cibernetico che non funziona bene. Si muove lento, impantanato in una nuvola di vapore non risponde più ai comandi.

Uno sguardo carico di promesse. I capelli arruffati, nè ricci nè lisci, gli occhi scuri e le labbra carnose, dischiuse, in attesa. Piegai la testa di lato, raccogliendo i capelli con le mani per scoprire il collo, lo sguardo fermo nel suo. Non vidi niente. Tutto quello che ottenni fu un bacio, invito rapido e casto ad entrare in quel letto disfatto dalle lenzuola stropicciate, di flanella a fiori. Mi slacciai le scarpe e mentre quel posto sconosciuto mi accoglieva cigolando, tutto quello a cui pensavo erano quelle lenzuola fuori moda profumate di bucato appena fatto. Il tonfo dello stivaletto graffiato, lasciato cadere sul marmo grigio mi ricordò lo scopo di tutto quel chiacchierare di università, libri, orari, esami, case in affitto. Camere da letto. Il ritmo lento dei suoi fianchi. Aggrappata alle sue braccia tornite cercavo la pelle con le labbra mentre il suo alito caldo nel mio orecchio, si mescolava all’orgasmo che riempiva gli spazi vuoti tra i nostri corpi, fino a quando non combaciarono perfettamente.

Cerco un volto, un cenno, un mezzo sorriso abbozzato, di quelli che ci rendono orrendamente teatrali quando capita di incontrare qualcuno che non ci piace ma che dobbiamo salutare per forza. Ai lati di quel tubo freddo, le aule semi deserte. Studenti pigri, chini sui volumi di seconda mano. Nessuno che riconosco, nessuno sconosciuto a cui raccontare la mia notte banale. Mi stringo nelle spalle e penso, mi basta poco.

La copertina: Moderat, Moderat

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