Lo ππππΆπ π o πeπ πΈπΎeπo πΉπΎ ππππΆ
Dove vado ogni notte?
Dove sostengo il mio stesso sguardo senza paura alcuna?
Dove mi riconosco?
Dove ho inghiottito i miei stessi sputi destinati ad altri?
Dove? Mi chiedo dove ho assorbito la ferita?
Dove spumeggia il fluido di vita ai bordi della mia pelle?
E la carne dove Γ¨ piΓΉ calda e perchΓ©?
Sono mille e settecento i motivi per cui sono viva, ma generalmente me ne ricordo solo tre o quattro.
Sciatta di memoria nonostante la ginnastica quotidiana del cuore io ricordo il vino e i viaggi da cui mai sono tornata.
Ricordo il tuo sorriso quando Γ¨ a forma di V e i tuoi occhi che si eccitano di cespugli selvatici e di bianchi rumori del mondo.
Alla ricerca di questa presenza ingombrante del mio io sempre vergine e scostante, mi separo dal mondo quando diventa pesante, quando diventa eco di una sola voce.
Io vado a caccia di raritΓ .
Solo i rari non mi disgustano e ogni qual volta una banalitΓ cade dallβalbero e vedo raccoglierne un frutto mi scoppia unβarteria e fatico a curarla.
Non so se la mia Γ¨ una condanna, mi chiamo Anna.
πeππo πΉπΎ ππππΆππΎππΆ FπΆππΈπΎπΈπΈπ½πΎo
FoπogππΆπ»πΎπΆ πΉπΎ RoππΆ BπΆππππo