Spazi industriali esistenti ma ormai dismessi: ecco la sfida del Premio Maggia. In finale anche 4 giovani ricercatori baresi

Valorizzare il patrimonio archeologico-industriale italiano attraverso un progetto di architettura e design è l’obiettivo principale del Premio Maggia,

giunto alla VII edizione e promosso dalla Fondazione Sella in collaborazione con l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Biella e l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Biella.

L’ottica del Premio è quella di elaborare nuove visioni di funzionalità e destinazione d’uso per tali spazi, e si impreziosisce di un aspetto nobile: offrire l’occasione a 10 progettisti under 30 selezionati tra i migliori giovani talenti dell’architettura italiana, di lavorare all’interno degli opifici dismessi biellesi, al fine di sviluppare nuovi modelli di apertura e valorizzazione di questi luoghi in riferimento al loro contesto urbano, culturale e paesaggistico, oltre che attraverso strategie, percorsi, relazioni inedite e azioni condivise.

Tra i finalisti di questa edizione, ‘Visioni e cambiamento. Giovani progettisti fabbricano idee’, ci entrano anche due giovani gruppi baresi, di cui uno prevalentemente composto da giovani ricercatori del Politecnico di Bari (dICAR, Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura), che si conferma, così, un luogo accademico di eccellenza nazionale.

I nomi: i giovani architetti (selezionati da una giuria internazionale): – Biro + (Paterno Giuseppina / Bifone Luca / Martielli Daniela / Suaria Francesca); il gruppo dei giovani ricercatori: dICAR (De Venuto Tiziano – PhD candidate, Miccoli Andrea, Quadrato Vito – PhD candidate, e Tupputi Giuseppe – PhD), saranno coinvolti, a settembre, nella realizzazione di un allestimento progettuale nell’ex Lanificio Maurizio Sella di Biella, che verrà valutato da una commissione di architetti e ingegneri, stilisti, imprenditori e professori universitari italiani di chiara fama nazionale e internazionale, presieduta dall’arch. Mario Botta (Università della Svizzera Italiana di Mendrisio).

La sfida: trasformare e riutilizzare gli edifici industriali dismessi disseminati nel territorio nazionale, nell’ottica di una loro possibile reintegrazione nei circuiti economici e imprenditoriali.

Gli edifici oggetto di studio, in totale sono: il Lanificio Ubertino Silvio (a Lessona), l’ex Filatura Simon (a Biella), l’ex Lanificio Pria (a Biella), il complesso industriale Yukon (Verrone), il Lanificio Al Bivio (Veglio di Mosso) e il Villaggio Operaio Poma (Miagliano).

Sono 10, infatti, i gruppi di giovani progettisti selezionati per l’edizione 2019 (valore 10mila euro).

I lavori della giuria saranno presieduti dall’architetto Mario Botta; gli altri componenti sono Nino Cerruti (stilista e presidente di Lanificio Cerruti), Yves Nacher (direttore del forum d’Urbanisme et d’Architecture di Nizza), Gianni Massa (vice presidente vicario del Consiglio Nazionale Ingegneri), Marina Salamon (imprenditrice) e Marco Trisciuoglio (docente Politecnico di Torino).

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