Rilassatevi, ho una notizia per voi: il livello di umanità di una persona non si misura in base al posto più dimenticato nel quale riuscite a scovare un bell’attentato di cui condividere foto strazianti.
A volte mi sembra che misuriate il vostro grado di empatia e sensibilità con la seguente equazione:Equazione

Ebbene, vi sollevo da questo compito moralmente gravoso: non è più necessario cercare la notizia di una strage in un paese povero che non sapete neanche localizzare sul mappamondo e postarlo prima di tutti i vostri amici su Facebook. Non vi farà guadagnare né un posto in Paradiso, né nella Janna, né una quindicina di vergini né il nirvana.
Vi do anche un’altra notizia: il fatto che Nizza faccia più impressione di Kabul è normale e comprensibile, perché Nizza è dietro l’angolo e somiglia maledettamente a Bari, perché ci sentiamo sotto attacco e non sappiamo bene cosa fare per evitarlo, però sappiamo benissimo che la prossima volta potrebbe toccare a noi. E’ la paura che ci spinge a preoccuparci più per la Francia che per il Bangladesh, non necessariamente l’empatia, e la paura è un sentimento umano, molto comune: non dite che non ne avete un po’ anche voi.
Dunque non vi crucciate se avete visto solo due condivisioni sulla vostra bacheca delle foto dei bambini morti in Siria, perché aumentare il numero di link che ne parlano non risolverà la crisi internazionale in atto.
Purtroppo.
Adesso che avete recuperato tutto questo tempo prezioso, mi permetto di suggerirvi alcuni modi a mio avviso utili per metterlo a frutto:
1. Leggete gli articoli che condividete
2. Verificatene sempre le fonti, la loro attendibilità, la rispondenza del testo con quanto dichiarato nel titolo acchiappa-clic
3. Informatevi, cercate di capire, comprate un tablet in meno (tanto non ne avrete bisogno, dal momento che avrete smesso di condividere link su Facebook) e un libro o un giornale in più
4. Riflettete. Pensate. Immaginate cosa potete cambiare nel vostro stile di vita per rendere meno opprimente il divario fra nazioni ricche e nazioni povere, per evitare di foraggiare involontariamente le guerre da cui i rifugiati scappano, perché non basta più il motto tanto caro al popolo cybernautico: “armiamoci e combattete”; adesso che la guerra è arrivata alle nostre porte non serve più a niente trovare un capro espiatorio, il politico di turno su cui addossare tutte le colpe. E’ ora di assumersi le proprie responsabilità.

Manlio Ranieri

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Nizza o Kabul? di Manlio Ranieri è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
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