Con l’espressione 5×1000 si indica una quota dell’IRPEF ovvero l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Questa quota serve a finanziare tutti quegli enti e organizzazioni che svolgono attività di rilevanza sociale come per esempio le ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale), gli enti per la ricerca scientifica e sanitaria, le attività sociali dei Comuni ecc.

La destinazione di questa quota è a discrezione dei singoli contribuenti e può essere fatta contestualmente alla dichiarazione dei redditi. Non è quindi una scelta obbligatoria.

Si deve precisare che la destinazione del 5x1000 non comporta per il contribuente un onere finanziario maggiore oltre a quello che sostiene pagando le imposte. Si tratta infatti di una scelta con la quale egli decide semplicemente come una parte delle imposte che ha versato allo Stato dovranno essere utilizzate. In questo senso si tratta quindi di una forma di sovranità che il contribuente può scegliere di esercitare oppure no e che lo Stato è tenuto a rispettare.

Il 5×1000 non è una donazione

È molto comune trovare in Rete l’espressione “donazione del 5×1000”; si tratta di un’inesattezza ed è quindi necessaria una breve precisazione.

Il contribuente può per esempio decidere di destinare il 5 per mille dell’IRPEF netta versata allo Stato all’organizzazione XYZ e, al contempo, può anche decidere di effettuare a essa una donazione (tramite una transazione tracciabile, per esempio un bonifico).

Nel primo caso il contribuente non è soggetto a un maggiore esborso di denaro e non ha diritto ad alcun beneficio fiscale; nel secondo caso, invece, decide di prelevare una parte del suo patrimonio e donarla; ciò dà diritto a un beneficio fiscale che può essere, a scelta, una deduzione o una detrazione.

Donazione e 5×1000, quindi, sono due concetti tecnicamente distinti.

La procedura per destinare il 5×1000

La procedura per effettuare la destinazione del 5×1000 è piuttosto semplice e immediata. È infatti sufficiente che il contribuente apponga la firma in uno dei 7 riquadri specifici che si trovano sui modelli utilizzati per la dichiarazione dei redditi e indichi il codice fiscale dell’organizzazione alla quale intende destinare il finanziamento.

Gli attuali modelli, relativi ai redditi conseguiti nell’anno 2023, sono il modello Redditi Persone Fisiche, il modello 730 e la scheda allegata alla CU, la Certificazione Unica (rilasciata dai datori di lavori o dagli enti previdenziali in caso di pensione).

Non è consentito destinare il proprio 5×1000 a più di un soggetto; si può però firmare un riquadro omettendo l’indicazione del codice fiscale; in questo modo la somma sarà ripartita proporzionalmente a seconda del numero di preferenze avute dalle associazioni della stessa categoria.

Se non si firma e non si indica un codice fiscale di uno dei possibili beneficiari, la quota del 5 per mille resterà allo Stato.

I beneficiari del 5 per 1000 hanno l’obbligo, entro un determinato lasso di tempo stabilito per legge, di fornire un rendiconto che illustra l’utilizzo delle somme percepite; dovranno altresì stilare una relazione che illustra le varie attività finanziate. 

La scelta del 5 per 1000 esclude quelle dell’8 per 1000 o del 2 per 1000?

2 per 1000, 5 per 1000 e 8 per 1000 sono tre diverse tipologie di quote dell’imposta IRPEF che il contribuente ha facoltà di destinare a determinati soggetti. Esse non sono mutuamente esclusive, vale a dire che i contribuenti hanno la possibilità di effettuare tutte e tre le scelte.

Il 2×1000 è una quota che può essere destinata a un determinato partito politico; sul sito dell’Agenzia delle Entrate viene spiegato dove è possibile trovare l’elenco con i codici relativi ai partiti politici ammessi al beneficio.

L’8×1000 è invece una quota che può essere destinata allo Stato oppure a un’istituzione religiosa; anche in questo caso l’elenco è reperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.   

 

Foto di Jacek Dylag su Unsplash

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*