Stamattina, uscendo di casa alle 4:30, ho avuto il privilegio di vivere una città che si rivela a pochi intimi e si concede quasi a nessuno.
E’ la città che viene prima dell’alba, prima ancora dei runners che, ormai, affollano il lungomare al sorgere del sole, godendo di uno spettacolo inaccessibile a chi non ha il privilegio di vivere in un posto la cui riva guarda ad oriente.
E’ la Bari dei fruttivendoli, quelli che – maledetto il momento in cui ho pensato di imboccare l’affollatissima strada dei mercati generali per andare all’aeroporto – sciamano operosi iniziando la loro giornata quando certi ragazzi vivono l’apice dei loro viaggi chimici, ormai incapaci di attivare in maniera emozionale le reazioni nel proprio cervello."Voglio la luna" di Michele Carone
E’ una Bari silenziosa, rapida, scorrevole ma non addormentata, perché questa città sembra non andare mai davvero a ritirarsi nelle sue stanze.
Mentre percorrevo Corso Vittorio Emanuele II una luna enorme, luminosa e definita – come quella di certe foto che sembrano quasi irreali, con l’acne dei crateri a butterargli il viso sorridente di meravigliosa adolescente – sovrastava i palazzi e il Teatro Piccinni, così vicina che a salire su uno di quei tetti sembrava quasi di poterci saltare su, senza neanche bisogno della scala come in quelle opere di Michele Carone.
A volte c’è qualcosa di bello, nel vivere costantemente in rincorsa degli orari e degli impegni.
A volte ci si può trovare – inaspettatamente – a fare un giro su una giostra inedita , piazzata lì sui palazzi del centro.
Senza bisogno della chimica.

Testo e fotografia di Manlio Ranieri


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Bari prima dell’alba di Manlio Ranieri è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Based on a work at https://www.colorivivacimagazine.com/2016/04/bari-prima-dellalba/.
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