E siamo qui, a progettare case di cartone: io e me. Ne abbiamo fatta di strada da che avevamo paura di tutto. E ritagli di feltro per la moquette, scale di fiammiferi, ditali per fioriere, il garage con la scatola delle scarpe. Ma non siamo a Lilliput. No, questa è Brobdingnag, ma le scale di valori sono invertite come le proporzioni. Ancora intellettualismo fine a se stesso e mani d’artigiano nella vanità del tutto. Gli occhi al dettaglio e i pugni vuoti. I libri, la propaganda politica, un piatto di penne nere scondite, i calzini spaiati, un puntaspilli al posto del cuore e i processi in miniatura alla corte dei folletti. Un guscio di noce il nostro galeone, inaffondabile  e sommergibile: il naufragio e l’allegria. L’astio per soffitti e sismografi, le tasche bucate e il negozio d’antiquariato. Noi seduti sul gradino di una qualche piazza, sul pavimento dell’Università con l’acqua del rubinetto. Che poi non sappiamo mai da chi correre veramente per dire : “guarda, sono felice!” o “guarda, oggi ho di nuovo paura…”

Conosciamo i micro-tele- scopi, come se importasse.  Come se non avessimo pagato tutto e non ci fosse il solco degli andirivieni sulle rughe di ogni strada percorsa. Come se fossimo invincibili, di una sola sostanza e non avessero mai ceduto queste ginocchia. Come se non avessimo aperto le braccia al comunque vada, e non ci fossimo mai frantumati, ricomposti con la vinavil, rispezzati e provato l’attack, poi il silicone e il cemento armato. È che non abbiamo mai saputo tenere il ritmo- fa un po’ ridere quando battiamo le mani- mai adattati fino in fondo. Le setole dei pennelli sottilissime, fili di ragno, un soffio la carezza che si dimentica come la data di una qualche rivoluzione secondaria. Avessimo costruito una casa vera, sarebbe stato diverso? Che poi c’è ancora tempo per questo, no? Le avremmo chiuse con un dito, davvero, queste ciminiere? L’aria sarebbe tornata pulita?

E domani, che ne sarà di noi? Perché vogliamo il tempo che non basta mai, vogliamo leggere, amare, e costruire oggetti strani. Sapremo dove andare? A chi raccontare del perché non ci piace il verde?

Ma non siamo isole incontaminate, eremiti, geni o filosofi.

Siamo io e me, con tutto l’odio e tutto l’amore, l’essere, l’apparire e il divenire, in una piccola casa di cartone.

Delia Cardinale

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