Già chitarrista dei Lola And The Lovers con Carolina Bubbico, Sofia Brunetta è considerata uno dei talenti più interessanti della scena musicale pugliese. Reduce da un periodo trascorso a Montreal la cantante leccese ha sfornato il suo primo album, Former, cantato in inglese, dimostrando di possedere una grande personalità artistica. Noi di Colori Vivaci abbiamo avuto il piacere di incontrarla in occasione di un suo recente concerto presso l’Arci Stand By di Santeramo in Colle e le abbiamo rivolto qualche domanda.

Poco prima di Natale sei stata citata in un articolo su Repubblica fra le migliori cantanti pugliesi.

Per me è stato un grande onore essere associata ad altre artiste pugliesi come Erica Mou, Serena Brancale, Marzia Stano, ecc. Sono molto orgogliosa di essere pugliese e mi sento parte della scena musicale del mio territorio.

Sei soddisfatta del supporto di cui godono gli artisti in Puglia?

Mi ritengo molto fortunata a essere appoggiata da un programma come Puglia Sounds. Per noi artisti locali è una grande risorsa e ha permesso alla nostra regione di crescere moltissimo; purtroppo artisti di altre regioni non hanno la stessa fortuna. La mia prima tournée all’estero sarà finanziata in parte proprio da Puglia Sounds.

Parliamo del tuo primo cd, Former, uscito da pochi mesi.

Per me è importante, perché è l’inizio di un nuovo ciclo. È il primo disco a mio nome, dopo altre pubblicazioni uscite in passato con varie band. È un progetto che sento assolutamente mio, visto che i pezzi sono stati scritti da me e arrangiati insieme a Giovanni Ottini. È uscito lo scorso giugno con un’etichetta di queste parti, la Piccola Bottega Popolare di Alberobello, e sta avendo un ottimo riscontro, molte recensioni  positive. Spero che sia tutto in salita d’ora in poi.

A quali modelli ti ispiri?

Tanti. Gli artisti con cui mi sono formata, il rock degli anni 60 e 70, i Beatles, la musica soul americana, il trip hop e poi oggi gli artisti che mischiano musica bianca e musica nera.

Hai seguito la polemica scoppiata su Facebook fra Appino, cantante degli Zen Circus, e lo staff di The Voice, che  gli aveva proposto di partecipare ai casting della trasmissione, dimostrando di ignorare chi fosse?

Io sono assolutamente dalla parte di Appino, che dovrebbe essere un modello per tutti i ragazzi che vogliono fare musica. A lui non gliene frega niente di emergere. A lui non interessa provarci, a lui interessa farlo, che poi funzioni o meno. L’importante è essere se stessi, senza mai svendersi al business.

Parteciperesti mai a Sanremo o a qualche talent show?

Non farei un talent, ma se ne avessi la possibilità farei Sanremo. Il formato dei talent lo vedo come una cosa troppo televisiva.

Sei a favore della musica in streaming?

Il mondo è cambiato. Per me, artista emergente e al primo disco, Spotify è un mezzo importante per farmi conoscere meglio. Dobbiamo prendere coscienza che un musicista non fa più soldi vendendo dischi, ma facendo concerti, col merchandising, ecc.

Progetti futuri?

La priorità è questo tour che farò ad aprile: per adesso sono previste sei date in Germania, una a Bruxelles e una in Francia, ma forse ne aggiungeremo altre. E contemporaneamente sto già lavorando su nuovi pezzi.

Sofia Brunetta

 

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