Ciò che ci rende fortunati è saper scovare la poesia dappertutto, anche in una costruzione dimenticata in mezzo al nulla, abbandonata persino dagli insetti, in un si salvi chi può dal quale nessuno esce vivo. Tre binari vanno via senza sapere bene dove e il sole strappa rettangoli implacabili di canicola all’ombra ridotta a minuscole geometrie squadrate.
Non c’è niente.
C’è il niente.
Ma quando gli occhi si sono allenati a cercare la bellezza con lo sguardo visionario di Luigi Ghirri o con l’occhio languido di Pedro Almodovar, il niente è più che sufficiente per sentirsi al centro del mondo.
E se mai non dovesse bastare, la poesia la creeremo noi stessi, con una danza folle, su una musica che viene su da chissà dove, sotto gli occhi distratti di quell’unico passante.
L’amore è in un pezzo di intonaco scrostato, la bellezza nel fruttivendolo che ti vede in difficoltà e ti da un passaggio senza che gli venga nulla in tasca.
Se ci sarà bisogno di stringersi in due su un sedile, noi saremo più contenti, perché potremo stare più vicini.
Oggi, in un giro in mezzo agli ultimi, nel bel mezzo della realtà fisica – così lontana da quella virtuale – abbiamo raccolto solo sorrisi e atti gentili.

Testo e fotografia di Manlio Ranieri

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