Sole filtrato, tapparelle abbassate.
Le luci e i rumori del giorno soffusi, attenuati, quasi dimenticati.
Fuori da quella casa la città correva frenetica come sempre, ossessionata dall’idea di produrre, di moltiplicare profitti, di offrire servizi inutili per generare flussi di monete virtuali, bonifici, transazioni, addebiti, fatture e scontrini.
Merci che si possono toccare, che si intuiscono, si vedono, se ne percepisce l’identità fisica.
Attività intangibili, ma destinate a creare utili, fatturati.
Lì fuori c’erano operai che producevano auto, panettieri, commercianti che vendevano televisioni e pubblicitari, che aiutavano tutti a scegliere in quale di queste merci dilapidare le rate che la finanziaria succhiava loro, mese dopo mese, dagli stipendi.
In quella casa, invece, protetti da un guscio isolante, c’erano contatti di corpi, scambi di umori.
Sospiri, gemiti, fremiti.

Tratto da “Un romanzo inutile” di Manlio Ranieri (Segui l’autore anche su Una pagina inutile)
In vendita presso la sede di Colori vivaci magazine, a Bari, in Via Carulli 46
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