Stamattina assisto a una scena che mi fa molto riflettere: Gopal sta faticando nell’impresa titanica di liberare dalle grinfie di un cassonetto dell’indifferenziata un triciclo coloratissimo; come molti bengalesi non è un uomo altissimo di statura, e la bocca del mostro d’acciaio che fagocita il nostro superfluo si trova più o meno all’altezza del suo sterno, motivo per cui sollevare un oggetto lungo più di mezzo metro oltre le sue stesse spalle, per portarlo allo scoperto, richiede uno sforzo notevole, che gli si disegna nelle rughe che rappresentano una geografia di fatiche ai lati degli occhi e nella fronte imperlata di sudore. Sarei accorso in suo aiuto, se nel frattempo non fosse stato sputato dal portone il molesto Bonanni, che lo apostrofa con uno sguardo sdegnato e una frase tagliente al suo indirizzo: “ma che schifo! Ridursi a ravanare nella spazzatura!”
Gopal ruota i bulbi oculari per una frazione di secondo nella sua direzione, poi decide che la missione che sta portando a termine è più importante di quell’italiano scontroso e supponente, e torna a dedicarvisi.
Quando il nostro spregevole coinquilino si è allontanato, tronfio nella sua ennesima sparata razzista, il bengalese borbotta quasi fra sé una risposta ben più valida dell’affondo con cui è stato colpito. Il fatto che la dica in italiano fa presupporre che sia cosciente di avere un pubblico, e desideri inviarla a un indirizzo ben preciso: “non vi rendete neanche conto dei tesori che buttate. È quando si ha troppo di più di quello che serve”.

Tratto da “Se ne vanno tutti” di Manlio Ranieri

 

 

Foto di Noelle Otto da Pexels

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