dal capitolo Ombre colorate

L’ombra gettata dal sole su una superficie bianca, finché il sole agisce in tutta la sua energia, non ci dà alcuna sensazione di colore. Essa appare nera o, se si riesce ad avere una controluce, più debole, semi-illuminata, grigia.

Le ombre colorate presuppongono due condizioni, in primo luogo che la luce agente colori in qualche modo la superficie bianca, in secondo luogo che l’ombra venga illuminata in un certo grado da una controluce.

Al crepuscolo si metta su un foglio di carta bianca una candela corta accesa; si collochi poi tra di essa e la luce del giorno calante una matita in piedi in modo che l’ombra gettata dalla candela possa venire illuminata dalla debole luce del giorno, ma non cancellata. In tal caso l’ombra apparirà del più bell’azzurro.

Ci si accorge subito che quest’ombra è azzurra, ma è solo con l’attenta osservazione che ci si convince che la carta bianca agisce come una superficie giallo-rossastra, il cui riflesso richiama all’occhio quel colore azzurro…

Si prendano all’imbrunire due candele accese e le si collochino l’una di fronte all’altra su una superficie bianca, tenendo in piedi tra di esse un’asticella in modo da avere due ombre. Si prenda poi un vetro colorato e lo si tenga di fronte a una delle due fonti luminose in modo che la superficie bianca appaia colorata e in quello stesso istante l’ombra colorata gettata dalla fonte luminosa che ora dà sfumature di colore, e illuminata dalla fonte luminosa incolore, presenterà il colore richiesto.

Si fa qui strada un’osservazione importante sulla quale ritorneremo ancora spesso. Il colore è di per sé un elemento d’ombra. Per cui Kircher ha pienamente ragione a definirlo lumen opacum e siccome è affine all’ombra, le si unisce quindi volentieri: non appena se ne presenti l’occasione ama manifestarcisi in essa e per mezzo di essa. Così a proposito delle ombre colorate dobbiamo menzionare un fenomeno la cui derivazione e il cui sviluppo potranno venire intrapresi solo in seguito.

Si scelga, al crepuscolo, il momento in cui la luce celeste calante è ancora in grado di proiettare un’ombra che non possa venire del tutto cancellata dalla luce della candela. Questo perché sia più facile avere un’ombra doppia: una proiettata dalla luce della candela contro la luce celeste e un’altra proiettata dalla luce celeste contro la luce della candela. Se la prima è azzurra, l’altra apparirà di un color giallo intenso. Questo giallo intenso, però, è effettivamente solo il luccichio giallo-rossastro, diffuso dalla luce della candela su tutto il foglio di carta, che diviene visibile all’ombra…

da La teoria dei colori di J. W. Goethe

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*