“Sopravvissuti” è una raccolta che dà voce all’umanità più disparata e disperata, pur mantenendo sempre un sottofondo di speranza e un amore incondizionato per la vita.
Il libro si articola in sette racconti, ciascuno dei quali rivela a chi legge un universo completamente diverso, variopinto, carico di dolore e di lotta.
La dedica ci lascia capire subito in quale magma ci stiamo tuffando, quando iniziamo il viaggio intorno al mondo in cui ci guideranno questi scritti: “Dedicato a chi, con coraggio, non smette di lottare”.
Insomma, si parlerà di lotte, e saranno lotte importanti, mai banali, così lontane da quelle quotidiane a cui siamo abituati: c’è la lotta di chi attraversa il mare in una stiva e quella di un’adolescente alle prese con la malizia strisciante dell’anoressia, si passa poi attraverso l’inferno del Vietnam – visto dalla prospettiva inedita di una donna vietnamita, piuttosto che dal solito reduce di guerra americano – e quello esploso a Bologna alle 10:25 del 2 agosto 1980. Questi racconti ci chiedono di allargare l’orizzonte del nostro orticello per andare più a fondo, per prendere respiri più ampi, per provare a capire.
“Sopravvissuti” è un viaggio. Non una crociera né una luna di miele: è un viaggio di quelli tosti, che attraversano il fango e si calano nelle realtà che vanno a visitare non come turisti, bensì come esploratori curiosi, assetati di conoscenza.
Eppure la speranza, in mezzo a tante difficoltà, non viene mai meno: a cominciare dal titolo, che ci parla di chi ce l’ha fatta, di chi ha attraversato l’inferno e ne è uscito vivo, forse ancora più forte.
“Eccoci – recita il racconto dal titolo ‘Dopo il crepuscolo’ – siamo gli esseri della notte, della fatica, del dolore, del rischio e del sacrificio.” E sembra quasi il manifesto dei disadattati, degli emarginati, di chi deve, appunto, lottare ogni minuto per la sopravvivenza.
La scrittura di Mirca Ferri, in questi racconti, è matura e ha uno sguardo attento sul mondo, va a cercare quelle storie che spesso non hanno voce e gliela regala con l’amore di una sorella maggiore. È un lavoro importante, che uno scrittore deve compiere con coraggio e orgoglio.
Altro denominatore comune, non meno importante, è che i protagonisti di queste storie di lotta e riscatto sono quasi tutte donne, come se l’autrice volesse sottolineare che nel mondo complesso che ci sta lontano, l’universo femminile deve lottare a denti ancor più stretti di quanto non faccia nel mondo occidentale contemporaneo, per ritagliarsi lo spazio che merita.

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