Gotham City (New Jersey), città oscura, quasi non-luogo dei primi anni novanta, teatro d’azione prima di Michael Keaton (Batman 1989 e 1992) poi del terzo capitolo (diretto da Joel Schumacher) con Val Kilmer e Jim Carrey nel ruolo dell’uomo degli indovinelli. La creazione di questo luogo a metà tra atmosfere dark e scenari post-punk, si deve prima al creatore del fumetto di Batman (DC Comics) poi all’abilità del genio Tim Burton. I primi due capitoli della saga infatti sono firmati da lui, poi c’è la visione moderna di Batman, ma questo ha poco a che spartire con le atmosfere uniche, oltre alla fotografia magistrale, dei primi due episodi (1989, 1992). Gotham city è la città delle tenebre, sempre grigia, non si vede mai il sole, ed è il luogo ideale per ambientare le storie di un eroe-pipistrello. Il primo capitolo della saga (1989) con protagonisti Michael Keaton e  la stupenda Kim Besinger, risente ancora lentamente del calare degli anni ottanta ed apre la strada al genere tipicamente 90’s. Ispirato al fumetto omonimo Batman è l’eroe oscuro che si adatta perfettamente agli ambienti bui ma per questo affascinati di questa città. La scelta della fotografia di Tim Burton, che rimane fedele a certe tonalità, prediligendo il verde, il rosa, racconta il tutto come se fosse un fumetto. Una mano diversa avrebbe sortito un effetto differente. Fabbriche in disuso, vicoli oscuri, gas che promanano dai tombini, parchi giochi che tutto fanno tranne che invogliare i bambini (come in Batman, il ritorno, 1992), tutto ciò fa di Gotham City un insieme di immagini spettrali ma affascinanti proprio per i cultori del genere. La storia stessa di Joker (Jack Nicholson, nel primo episodio della saga), la triste sorte di avere un tetro sorriso sempre stampato in volto (dovuto al tentativo di ricostruzione dei nervi facciali dopo essere finito nell’acido) unisce gli aspetti del comico e del tragico, in un grottesco difficilmente ritrovabile in altri film dello stesso genere. Come la strana storia dell’uomo pinguino, nel secondo episodio della saga, respinto dai genitori (per le sue malformazioni) ed abbandonato nelle fogne, per poi essere allevato dagli abitanti di quest ultime, i pinguini. Il mezzo di trasporto sul quale si muove, una pallida oca gigante, unisce in sé gli aspetti del gioco (in quanto proveniente dal parco giochi in disuso) e del tragico (essendo il mezzo di trasporto di un delinquente e della sua banda di criminali). Ogni capitolo della saga (prendo in considerazione gli episodi diretti da Tim Burton) vede la presenza di una femme fatale , nel primo Kim Besinger, poi Michelle Pfeiffer, poi Nicole Kidman. Queste figure ammorbidiscono e danno una vena sentimentale all’uomo pipistrello, dotato, a quanto pare, anche di sentimenti umani d’amore e di innamoramento.

Le vicende di un eroe-pipistrello, divenuto idolo della città, si svolgono tra le strade di Gotham e la residenza personale, dove Batman vive con il suo maggiordomo, nella sua condizione di eterno scapolo. Si muove su mezzi speciali, come la batmobile, ha un fisico perfetto, fa uso della tecnologia più all’avanguardia per fronteggiare il male che infetta la sua città.

Giovanni Sacchitelli

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