Quei pomeriggi in cui capisci che l’inverno sta per finire li riconosci dalla luce: non ha più quella fretta insana di andare via, di dileguarsi e scomporsi in milioni di lampade artificiali di ogni genere e temperatura cromatica; indugia, sottolinea ogni minuto per farti capire che è impercettibilmente diverso dal precedente, quasi a voler rimarcare che è un peccato perdertene anche uno solo.
In quei pomeriggi devi imparare a fare le cose con lentezza, a prendere lo stesso incedere che ha la luce, metterti al passo con lei, col suo declinare con calma verso il buio, col suo declinare tutte le forme grammaticali della meraviglia.
E’ il momento giusto per mandare a quel paese qualsiasi scadenza e leggere un libro, prima che diventi scuro e gli occhi facciano più fatica, per tuffarti in un abbraccio su un letto che sa di fresco, di balsamico, di vivo. E’ il momento per afferrare i progetti dalla collottola e trascinarli allo scoperto, anche se recalcitrano, anche se hanno paura.
Sono le diciassette e trenta e le nuvole sono rosa di tramonto e di promesse.
E’ il momento di fare l’amore con la vita.

Testo e fotografia di Manlio Ranieri

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