Ettore Scola (Trevico, 10 maggio 1931 – 19 gennaio 2016) è stato un regista cinematografico e sceneggiatore italiano. Importante icona del cinema italiano, è noto soprattutto per aver diretto capolavori come C’eravamo tanto amati (1974), Una giornata particolare (1977) e La famiglia (1987).

 

Dall’inizio degli anni cinquanta comincia a scrivere sceneggiature di commedie all’italiana, spesso in coppia con Ruggero Maccari. Dalla fine degli anni Quaranta collabora con i testi a diverse trasmissioni di varietà sia radiofonici che televisivi della RAI, tra l’altro è coautore dei testi delle scenette settimanali interpretate da Alberto Sordi tra cui il Conte Claro e Mario Pio.

Esordisce alla regia nel 1964, ma il suo primo grande successo lo conseguirà quattro anni dopo dirigendo Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968): con Sordi lavorerà solo altre tre volte (in La più bella serata della mia vita, 1972, alcuni episodi del film collettivo I nuovi mostri, 1977, e in Romanzo di un giovane povero, 1995). Con Il commissario Pepe (1969) e Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca (1970) Scola entra nel decennio più importante della sua carriera. Nel 1974 dirige infatti il suo capolavoro, C’eravamo tanto amati, che ripercorre un trentennio di storia italiana attraverso le vicende di tre amici: l’avvocato Gianni Perego (Vittorio Gassman), il portantino Antonio (Nino Manfredi) e l’intellettuale Nicola (Stefano Satta Flores), i primi due innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Nel film, dedicato a Vittorio De Sica, compaiono anche Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno nella parte di se stessi, oltre ad Aldo ed Elena Fabrizi e Giovanna Ralli.

Ormai Scola è un maestro del cinema italiano e un regista di fama internazionale che realizza film come Brutti, sporchi e cattivi (1976), grottesca commedia delle borgate romane con Nino Manfredi, e la storia semplice e poetica di Una giornata particolare (1977), con Marcello Mastroianni e Sophia Loren, invecchiata, per il ruolo, dal suo grande amico Francesco Freda. Nel 1980 il regista tira le somme della commedia all’italiana ne La terrazza, amaro bilancio di un gruppo di intellettuali di sinistra in crisi, con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant e Marcello Mastroianni. Nel 1982 affronta la Rivoluzione francese in Il mondo nuovo (1982), in cui Mastroianni impersona Giacomo Casanova.

Scola riceve un’ottima accoglienza di critica e pubblico quando dirige La famiglia (1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia (1906-1986) attraverso la saga di una famiglia con l’interpretazione di Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant. Altri film di rilievo sono Splendor (1988) e Che ora è? (1989), entrambi con Mastroianni e Massimo Troisi. Nel 1998 gira La cena, sempre con Gassman, la Ardant e la Sandrelli, nel 2001 Concorrenza sleale, con Diego Abatantuono, Sergio Castellitto e Gérard Depardieu, e nel 2003 il semidocumentaristico Gente di Roma. Dieci anni dopo torna inaspettatamente dietro la macchina da presa per dirigere il documentario Che strano chiamarsi Federico, dedicato a Federico Fellini nel ventennale della scomparsa, con il quale partecipa fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel corso della sua carriera ha vinto sei David di Donatello e ha ricevuto quattro nomination al Premio Oscar per il miglior film straniero: nel 1977 per Una giornata particolare, nel 1978 per I nuovi mostri, nel 1983 per Ballando ballando e nel 1987 per La famiglia. Nel 2014 è stata realizzata la prima grande mostra monografica dal titolo “Piacere, Ettore Scola” a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis per Cultitaly. Dedicata a Bruna Bellonzi, giornalista moglie di Sandro Curzi, il progetto è stato presentato in anteprima nazionale in Irpinia, terra natale del regista, nella cornice dell’Abbazia del Goleto nel comune di Sant’Angelo dei Lombardi.

 

Ettore Scola ci lascia, i suoi lavori sono un testamento, le sue opere sono passate alla storia del cinema italiano, con capolavori che rimarranno per sempre scolpiti nel nostro immaginario,  un maestro del cinema italiano e un regista di fama internazionale, un punto di riferimento, come tutti i maestri del dopo guerra, di cui sentiremo la mancanza.

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