A Torrematta, villaggio balneare sulla costa salentina, ogni estate il territorio viene idealmente tagliato in due: da una parte prendono posto i figli dei ricchi, ovvero i “signori”, dall’altra ci sono i figli dei pescatori e dei contadini, ovvero i “cafoni”. L’odio che reciprocamente si rivolgono è un’espressione naif, ma nello stesso tempo feroce, della lotta di classe. A capo dei rispettivi schieramenti si fronteggiano il brillante e fascinoso Francisco Marinho, e il torvo, angoloso Scaleno. Si combattono dalla culla, trascinando nella guerra i propri “soldati”. Dopo una serie di episodi di guerriglia, per rappresaglia, Scaleno organizza un’aggressione alla quale parteciperà anche un sinistro rinforzo dei cafoni: quel Cugginu che, provenendo dalla città, rappresenta già la compiuta espressione dell’omologazione sociale profetizzata da Pasolini. E’ lui che, affiancandosi a Scaleno, trasformerà la guerra da scontro fine a se stesso a terreno di conquista. Sotto l’influenza di Cugginu i cafoni non combatteranno più per ribadire e difendere la propria diversità, ma per diventare il più possibile simili ai nemici.

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