“Amico fragile” è uno dei brani più autobiografici di De Andrè, parla della difficoltà di comunicare e al tempo stesso dell’estrema necessità di raccontare il proprio cuore.

Il testo è scritto con ironia e con un flusso di coscienza che coinvolge chi ascolta da subito “Evaporato in una nuvola rossa”.

Fa pensare alla ballata di Joyce “The Ballad of Perse O’Reilly” dove si susseguono chiaroscuri violenti e penetranti.

Raramente De Andrè è protagonista delle sue canzoni, nel caso di Amico fragile il poeta cantante si espone in prima persona denunciando la superficialità della società del suo tempo. Una apertura senza filtri sulla sua anima ci porta a vedere le sue ferite, a contemplare il suo bisogno di spazio e di libertà e di scambio profondo.

Una religione delle parole, una ricerca del senso che con la musica e le parole ci fanno vedere l’artista che più di tutti in Italia è riuscito ad indagare l’animo umano nelle sue molteplici sfumature.

Misuriamo davvero la distanza dalle stelle con questa canzone, il bisogno d’infinito, la comprensione per il genere umano e quasi l’appello disperato e in ultima analisi speranzoso dell’artista per un sentire profondo, senza filtri, in infinita analisi e ascolto.

Possiamo leggere questa canzone come una poesia e la possiamo ascoltare come una carezza.

 

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