“Nessun dio, nessun re
L’amore è il punto
Nessuna corona, nessun anello
è l’amore la cosa importante

Dammi grazia
dammi luce
sostienimi quando inizio una battaglia”

Tangk, il nuovo album deli Idles, è incentrato sull’amore. E questa è una notizia, per un gruppo post-punk estremo e poco incline al compromesso.
Ma l’amore dev’essere per forza quella cosa melensa a cui siamo abituati dai film di Hollywood? Quello dell’odiosa festa commerciale appena trascorsa?
La risposta, secondo Joe Talbot e soci, ovviamente, sarà un sonoro NO!
Chi conosce gli Idles sa quanto siano ironici e irriverenti. Il solo video della canzone “Grace”, che ricalca esattamente quello di Yellow dei Coldplay (e per il quale hanno ottenuto la piena collaborazione di Chris Martin al fine di modificare il labiale e adattarlo al testo degli Idles) basterebbe a farlo capire.
Ma sono anche i più rivoluzionari del panorama rock e post-punk inglese, mai inclini a compromessi, sempre vicini alla working class.
Tangk è un album meno violento dei precedenti, a volte cupo o meditativo, ma mai melodico, neanche lontanamente Pop.
È un album intriso di amore inteso come sostegno, collaborazione fra i più deboli, empatia.
Già: empatia sembra essere la parola chiave.
Con la loro musica ruvida, gli Idles inondano il mondo di empatia, ed è un atto rivoluzionario.
Resta il disprezzo per i potenti, ma non prevale sul senso di coesione e amore di chi lotta.
Impossibile, per me, non fare un parallelismo con un altro maestro anglosassone della narrazione dal basso. Impossibile non pensare a The old oak: l’ultimo, meraviglioso film di Ken Loach.

Manlio Ranieri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*