L’atto d’amore è dire sì e dire no.

È quando compri l’acqua Vitasnella anche se costa tanto o vai ad un concerto e non sai neanche il nome della band. Quando fai mille giri e dici che eri di strada, lavi sempre i piatti e cambi spesso le lenzuola.

L’atto d’amore è cedere il parcheggio, restare in casa pieno d’energia e andare fuori quando muori di sonno.

L’atto d’amore è la verità più cruda anche se non conviene, il dentifricio della farmacia, l’attenzione costante verso i bisogni invisibili, l’arte dell’indovinare dalle sopracciglia gli stati d’animo, restare ad aspettare davanti la posta, portare sempre due k-way quando si viaggia, pulire casa con dovizia, fregarsene del vestito nuovo che non avrai per giocare al tiro a segno.

L’atto d’amore è il tempo che impieghi a fare un disegno, a scrivere le parole più belle, a pensare come ottenere un sorriso. Guardare i film in lingua originale anche se non capisci una mazza, diventare amici del benzinaio e dell’estetista.

L’atto d’amore è chiedere scusa quando si sbaglia, rinunciare al golfino, cercare un solo sguardo tra la gente e i semi di finocchio e gli yogurt della masseria. Non usare certe asciugamani, andare alla Coop e non all’ MD, studiare i vitigni, trovare compromessi tra le proprie passioni e quelle altrui, condividere esperienze, luoghi e persone.

L’atto d’amore è accettare la cipolla nell’insalata, saper gestire le sfumature dell’ironia, caricare la lavastoviglie, sorridere dei difetti altrui, saper andare oltre.

L’atto d’amore è fare cose noiosissime, inventare sempre nuovi giochi, avere tanta pazienza, andare a capo quando è finita la frase.

L’atto d’amore è arrendersi e non arrendersi.

Sapere quando restare e quando andare via. Quando c’entri e non c’entri.

L’atto d’amore è sempre molto difficile, perché non pretende di specchiarsi nelle azioni dell’altro.

L’atto d’amore è un bambino che piange e che ride. Spontaneo come certi fiori a maggio, illuso come certi filosofi. E per questo dolcissimo.

L’atto d’amore non pretende e non si spiega, accade e non accade. In certe nature è di passaggio, in altre costruisce una casa, in altre ancora non si è mai visto. A volte resta nelle intenzioni e non si traduce, prigioniero nel pensiero, in nessuna poesia, direzione o movimento. Resta sempre molto umile e non ama le grandi occasioni.

Vive nelle piccole cose di ogni giorno, tra le chiavi e il caffè. Tra l’ “arrivederci a domani” e il “ma guarda”.

L’atto d’amore non è mai stato in vendita. Lo conosci o non lo conosci. Lo fai o non lo fai. Il perché non è così importante: l’atto d’amore vive nei come e nei quando.

L’atto d’amore non è un matematico, ma un poeta.

Non manca come quando si perde una pedina al gioco da tavola. Manca come mancano certe atmosfere indefinite nel giorno più normale della tua vita.

Era proprio ciò che desideravo – pensi – mentre mangi un cavoletto di Bruxelles o usi la penna verde.

Delia Cardinale

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