Tuffata nel suo computer, Tea picchiettava i tasti nel silenzio del treno. I capelli ubbidivano al fermaglio e l’indice perentorio spingeva in su gli occhiali in caduta sulla punta del naso.
Aldo, seduto di fronte, la guardava sbocconcellare un babà che entrava e usciva dalla borsa. Papaveri vivaci correvano sui vetri sigillati e l’aria condizionata si disperdeva discreta in quell’aereo su ruote.
Poggiando la testa sul sedile ergonomico le guardò le cosce tornite e socchiudendo gli occhi al caleidoscopio di luce, la rivide farsi largo nello stretto corridoio della carrozza affollata, gli esami di maturità appena dimenticati.
Secca ed estiva, zaino in spalla, scavalcando valigie e mocciosi, lo aveva pescato a caso, seduto in bilico su un ribaltino, di quelli che rimanevano giù solo col peso, ultima scialuppa in treni umani traboccanti. Lo aveva afferrato per la maglietta sudata e fatto alzare. Fai finta di stare con me, gli aveva urlato nel frastuono di ferraglie. C’è un tipo che mi dà noia, aveva detto abbracciandolo coi capelli nell’aria selvaggia del finestrino abbassato. Se li teneva con la mano ma questi fuggivano come fili di luce risucchiati dal cielo.
Ne vuoi? In quel suo modo facile gli aveva messo in una mano un babà spiaccicato e nell’altra la sua vita. Una manciata di istanti e si baciavano sulla piattaforma traballante dello snodo tra i due vagoni, appoggiati al soffietto di gomma. Quel bacio instabile rovinò l’estate single di Aldo che rimase con lei per il viaggio più lungo.
Uno scritto di Chiara Fiorillo in Aria! Laboratorio di scrittura on line e interattivo, condotto da Antonella Petrera per Colori Vivaci Magazine.
foto: archivio di famiglia Fiorillo 
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