Ode
In questo esercizio i corsisti dovevano narrare del vino e renderlo quasi un personaggio.
Daniele si tuffa nella nostra amata Puglia, nelle tradizioni celate nei gesti antichi,
e nell’infanzia terrosa ed estiva di dettagli che non si fanno dimenticare.
Daniele si tuffa nella nostra amata Puglia, nelle tradizioni celate nei gesti antichi,
e nell’infanzia terrosa ed estiva di dettagli che non si fanno dimenticare.
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Luglio. Pomeriggio rovente.
L’aria ristagna, ulivi vibranti del frinire di cicale regalano brandelli d’ombra a bianchissime, bucherellate rocce.
L’aria ristagna, ulivi vibranti del frinire di cicale regalano brandelli d’ombra a bianchissime, bucherellate rocce.
Il caldo mi piace.
Mi accoccolo nel vetro sbeccato donandogli riflessi scuri, poggiato su una sedia malferma di legno all’ombra del muretto a secco, in questa masseria che conosce più polvere che pioggia.
Attendo fiducioso l’arcano rituale che si celebra ogni santo giorno, d’estate.
Fremo all’idea della mistica unione con la bionda, morbida, succosa polpa suadente della percoca.
Se io sono il re della Murgia, lei è la mia regina.
Se io sono il re della Murgia, lei è la mia regina.
Ogni volta è un connubio magico: i nostri sapori si compenetrano, danno vita a un’ode dei sensi dove io sono la melodia, lei gorgheggia, io sono poesia, lei è ritmo.
Benedetto colui che bagnò per primo la percoca nel vino!
Noi ti adoriamo, o sacerdote laico della congregazione dei contadini murgiani!
E quando dono refrigerio, insieme alla mia zuccherina compagna, so che ho adempiuto al mio compito, che la mia anima porpora ne sta ristorando una stanca e assetata.
Ecco perché mi piace il caldo.
E così, insieme alla simbiosi con la mia regina arriva quella con chi mi beve.
Sì, io sono chi mi beve.
Sono come mest Peppìn: sincero e testardo, spesso placido, qualche volta rubizzo, in fondo sempre buono come il pane che di questa terra selvaggia e generosa è simbolo insieme a me.
“Nonno, a Ibiza ho visto che fanno la stessa cosa: mettono la frutta nel vino e la chiamano sangria!”, dice l’ingenuo nipote a nonno Peppino.
“Sangria? Camìn moscl! Vieni che ti faccio assaggiare io una cosa buona, a nonno.”
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Uno scritto di Daniele Bitetti,
all’interno del corso di scrittura on line e interattivo riSTORYanti,
condotto da Antonella Petrera per Colori Vivaci Magazine.
all’interno del corso di scrittura on line e interattivo riSTORYanti,
condotto da Antonella Petrera per Colori Vivaci Magazine.
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Sei in tempo a salire sul treno in partenza del laboratorio di scrittura in pillole ScriviVivace!
Fotografia di copertina di Daniele Bitetti,
Santeramo, strada verso Mercadante, estate 2019