La fotografia è capace di fermare il tempo e lo spazio per costruire e condividere la Storia e condurre oltre i confini.

PhEST 2018 – festival Internazionale di fotografia e arte – Monopoli (6 settembre – 4 novembre), alla sua terza edizione, torna a raccontare le contraddizioni del nostro tempo con le opere di 20 artisti internazionali.

Fotografie, installazioni, tele, proiezioni, incontri e concerti seminati nei luoghi più significativi di Monopoli (Porto vecchio, Castello Carlo V, Palazzo Martinelli, Palazzo Palmieri, Chiesa di San Pietro e Paolo, Muraglia di Porta vecchia) hanno trasformato la città in uno scrigno magico, in un labirinto di meraviglie in cui perdersi e lasciarsi sorprendere. Per imparare a spingersi più in là, sospendendo ogni giudizio, quel tanto che basta per guardare oltre il mare e provare a ‘vedere’, come suggerisce il titolo del festival “See beyond the sea”.

Ecco 5 buone ragioni per viversi il PhEST 2018:

1-Riflettere sui porti, sul mare, come suggerisce il messaggio “See beyond the sea”.

Il porto è un luogo di passaggio, d’incrocio, di scambio, di accoglienza ma anche di esclusione, come testimoniano le cronache recenti di morti, respingimenti, sbarchi e di mala gestione del fenomeno migratorio. Concetto che si prova a sospendere in prospettiva della riabilitazione del suo significato originario.

Ed è proprio dal porto che parte la mostra “On the board” composta da 13 scatti rappresentativi  dell’originale lavoro fotografico portato avanti dal reporter fiorentino Edoardo Delille nei porti di Bari e Brindisi. I

l fotografo durante la visita guidata del 7 settembre ha raccontato: “Mi sono ispirato alle foto segnaletiche che gli americani scattavano agli italiani appena sbarcati nel nuovo mondo. Ho chiesto alle persone di posare con le valigie, con i loro effetti personali per scoprire e indagare qualcosa in più della loro vita”. Gli scatti teatrali di Delille provano a restituire al porto il senso originale di luogo di transito in cui l’umanità si mescola e tutto può succedere.

2-Conoscere e partecipare alla costruzione della Storia (locale).

Partendo dal porto vecchio non si può non incrociare le gigantografie, le sagome antropomorfe che riproducono foto in bianco e nero.

La mostra “Album – Archivio di Famiglia” #WeWereInPuglia nasce come progetto partecipato di recupero dagli archivi e dai privati di fotografie e filmati amatoriali di cittadini dello scorso secolo. Per svelare i volti dei protagonisti del passato e celebrarli come patrimonio collettivo. Camminando tra i vicoli si incontrano immagini di un mondo ormai lontano che affascina e incuriosisce, rievocando il valore, l’orgoglio e le radici di tutta la comunità.

3-  Divertirsi con gli scatti di Kolë Idromeno al Castello CarloV.

Kolë Idromeno, pittore, scultore, architetto, fotografo, regista e compositore albanese, viene omaggiato nelle sale del castello con l’esposizione di lavori di fine ottocento. Le fotografie, recuperate dall’archivio di Marubi, sono esposte per cogliere l’ironia e la sfrontatezza di personaggi immortalati nei momenti più improbabili.

4-Godersi l’anteprima della personale fotografica di Pino Pascali.

In occasione della celebrazione del cinquantenario della scomparsa di Pino Pascali, in collaborazione con la Fondazione Pino Pascali, PhEST dedica un focus agli scatti dell’artista pugliese nelle sale del castello. Si tratta di riproduzioni degli originali fotografici (scattati anche a Monopoli) della prima metà degli anni ‘60  che documentano la sperimentazione del mezzo fotografico e lo studio sul paesaggio portuale e urbano che Pascali stava portando avanti e che avrebbe poi tradotto in scultura.

5- Itinerante è più bello.

Girovagare nel centro storico della città facendo tappa nei palazzi nobiliari, nei luoghi solenni per scoprire fotografie, dipinti, installazioni, sculture, dà gioia!

Fa provare al visitatore quel sussulto di cosmopolitismo capace di ossigenare la mente con nuove riflessioni sulla sospensione dell’identità, sull’attraversamento dei confini e l’incontro delle culture.

La mostra fa viaggiare nello spazio e nel tempo e regala un’esperienza immersiva totale. Celebra la gioia dei sensi, combinando architetture, storia e visioni future, conducendo là dove si prefigge di guidare, oltre il mare.

Il Festival è inserito ufficialmente nel calendario dell’anno europeo del patrimonio culturale voluto dal MiBact e dall’Unione Europea, ha il patrocinio di Regione Puglia – assessorato Industria Turistica e Culturale, Comune di Monopoli -Monopoli Tourism, Puglia Promozione, Ministero della cultura albanese e Apulia Film Commission.

Chi ha organizzato PhEST? Giovanni Troilo, direttore artistico di PhEST, Arianna Rinaldo, responsabile della curatela fotografica del Festival, Roberto Lacarbonara, responsabile della curatela artistica e tanti, tantissimi altri professionisti e collaboratori.

Avete già visto la mostra? Allora se vi va, condividete nei commenti la vostra esperienza al PhEST 2018 e segnalateci l’opera più VIVACE!

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