Due eventi culturali, un sacco di materiale umano e sociale su cui riflettere.
La scorsa settimana ho visto lo spettacolo teatrale “Salveremo il mondo prima dell’alba” della compagnia Carrozzeria Orfeo e il film “Povere Creature” di Yorgos Lanthimos, vincitore del Leone d’oro a Venezia.
Mi soffermo su entrambi questi eventi in uno stesso post, perché in tutti e due ho riscontrato e assorbito un importante tratto comune: quello di parlare e farci riflettere su alcune delle più gravi storture di questa società, emozionando ma senza lasciarmi un fagotto di pesantezza.
Trattano temi scomodi e difficili – che ci riguardano da vicino, e nei quali nessuno può dirsi davvero innocente – e lo fanno con ironia, arrivando a far ridere in diversi momenti.
Lasciano gli spettatori con diversi interrogativi su cui meditare, ma anche e persino con un sorriso sulle labbra, e con sensazioni forti localizzate da qualche parte fra l’intestino e la gola.

Riflessione, ironia ed emozione: i tre ingredienti che, a mio modesto parere, rendono un’opera d’arte davvero degna di essere ricordata.
“Salveremo il mondo prima dell’alba” e “Povere creature” scandagliano il mondo contemporaneo – sebbene il primo sia ambientato in un futuro molto prossimo e il secondo in un’immaginaria epoca vittoriana con tratti futuristici – con uno sguardo impietoso sulle classi più abbienti e qualche considerazione amara sul loro rapporto con i deboli del mondo.

Il film di Lanthimos è un’opera maestosa, piena di citazioni e omaggi a ogni forma d’arte: personalmente ho riconosciuto elementi che potevano facilmente ricondurre al Frankestein di Mary Shelley, a Jules Verne, a Gaudì. In questa ambientazione fantascientifica, ai limiti dell’eccesso e del grottesco, si innestano temi sociali fondamentali quali l’indipendenza delle donne, il maschilismo della società – che spesso si rivela meschino e debole, se messo a nudo – i continui condizionamenti di cui siamo vittime, l’importanza della scienza.

Lo spettacolo teatrale scritto da Gabriele Di Luca ci rivela con leggerezza a profondità cosa si cela dietro la sete di potere, gli egoismi della nostra società, le battaglie per un mondo migliore e meno inquinato, la creazione di fake news. Vede il tutto con gli occhi di una classe dirigente arrogante e cinica ma che si trova in una sorta di clinica di riabilitazione psicologica, lasciandoci intendere che anche dietro la maschera di forza e potere ci sia molta insicurezza e fragilità.
Ho ancora molto da elaborare e riflettere, dopo queste due visioni, nonostante sia passato del tempo da quando vi ho assistito. Non ho voluto commentare a caldo – sapevo che sarebbe stato un errore, sebbene il mio giudizio non sia cambiato nei giorni – ma adesso ho dovuto cedere all’urgenza di rendere omaggio all’arte che ci fa riflettere

Manlio Ranieri

L’arte che fa riflettere by Manlio Ranieri is licensed under CC BY-NC-SA 4.0

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