Torno a vestire fiori di sambuco, a colorare uscendo dai bordi e ignorare la meccanica dei fiocchi….torna il sapore limoncino delle formiche, la baracca di cuscini, i ginocchi sbucciati sull’asfalto, e biciclette sepolte si scuotono nei fossi… alla prossima fiera mi farò comprare un cavallo di plastica, come mille anni fa per mille anni…E non vedo più la risacca, sciolta in ogni bianca conchiglia che l’onda avvolge e risucchia…sono l’orizzonte speziato che scolora, il Basento alla fonte, il post-it sul frigo dei vicini…sono il grano di polvere nel grecale, la spiga cresciuta per caso tra le erbacce..bambina che sogna l’Australia…fisarmonica di saltimbanco ubriaco…adesso sono il caos del brodo primordiale poi non più…una fotografia digitale…entro nelle scarpe della memoria che si auto-inganna: nello scrigno dorato dell’infanzia solo coriandoli, soffioni e cavalli…non sono mai stata in quella casa, mai in quella stanza azzurra… non ho mai percorso quel corridoio bianco anni dopo… quando votata alla consunzione ho abbracciato l’inedia…Non c’è niente di vero negli aghi,in quella particolare vertigine di sfiancamento, in pillole rosse e bianche, poi azzurre, gialle…mai ho imparato quei nomi, mai li vorrò ricordare… Ho scelto le dita sul pizzo delle illusioni, dal setaccio a maglia fine del mondo ho salvato la rana, gettando l’oro a chi sa guarirne… Oggi non vedo la luce, ne sono parte…di involti sensi immersa in caleidoscopio sogno che s’avvera…

Sono oltre me stessa, sull’estremo avamposto della prigionia..libera…

© Delia Cardinale

 

Egon Schiele
Egon Schiele

 

 

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