Giulia ha dei limiti. Limiti invisibili, potremmo dire: emotivi.
Li abbiamo tutti, ma non tutti siamo disposti a stringervi amicizia.

Giulia li ha odiati a lungo, i suoi fantasmatici limiti. Se n’è vergognata; talmente tanto che ha disperatamente cercato di annullarli facendo finta che non esistessero. Si è incaponita negli anni ad andargli contro con tutta la durezza che ha potuto e ogni volta si è fatta male. Del resto, come potrebbe essere diversamente? Vi pare forse una buona idea quella di schiantarsi contro un muro nella speranza di attraversarlo come se non ci fosse?

Nel corso del combattimento cieco e ostinato, Giulia usava indossare il suo elmetto di pensieri ragionevolmente ragionati (“questo muro non esiste, è tutta suggestione”, “migliaia di altre persone sono perfettamente abili in questo, perché non dovresti esserlo anche tu?”) per poi buttarsi nell’impresa. Puntualmente cadeva in terra, svenendo dal dolore dell’impatto, finendo per riempirsi di più vergogna e più paura.

(…se non puoi combattere il nemico, allora cerca di fartelo amico…)

Giulia è cresciuta adesso. I ripetuti fallimenti le hanno insegnato a deporre le armi contro se stessa. Ha dei limiti, embè?
Accarezza le sue parti monche e prova a dar loro ascolto. Non le sottopone a prestazioni inutili, ma se deve far qualcosa di importante gli presta la voce: chiede aiuto, con la consapevolezza e il coraggio di chi sa che l’onnipotenza è un delirio e la fragilità una possibilità d’accesso a strade, forse meno frequentate, ma chissà quanto più ricche di benevolente umanità.

Testo di Roberta Zambetta

Illustrazione di Elisa Talentino



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