” Io sono una parte di quella forza che vuole costantemente il male e opera costantemente il bene.” (W. Goethe)

Ate: Ci sarà la Città Sconosciuta oltre il deserto, non disperare. Da lì potrai ascendere all’Elisio, tornare al telaio del firmamento trapunto d’opali. Da lì io tornerò alle viscere della terra, tra i miasmi solfurei del Tartaro a seminare anatemi.

Urania: la mia Atlantide e la tua Babele, nera amica che non comprendo. Sono esausta del corpo e dell’umano. Perchè la maledizione di restarti accanto? Perchè ci hanno reso la divinità una faticosa conquista?-guarda verso il cielo- io erò là, già tra gli astri, già Musa dell’estro astronomico…

Ate-ride :Mia dolce compagna di viaggio, il tuo candore quasi mi commuove..e sai che ho un cuore roccioso e irto! È un curioso capriccio del Fato questa prova: creature agli antipodi costrette allo stesso cammino…fa quasi ridere, non credi?

Urania: Ridere? Come puoi non morirne? Tu…tu sei avvezza a polvere, sete e ira…essere terrestre che abita tra gli uomini, assassina Discordia! Io dovrei restare a tessere sulle Nubi, lontana da ogni fatica, aerea e diafana come lo spazio siderale… è ingiusto fare carne dello spirito!

Ate: La vita è onesta dopotutto…e tu sei un fiore d’ingenuità! Qualche forza superiore ha pensato che dovessi fare esperienza delle cose del mondo, della contradditorietà dell’animo umano, dei calcagni piagati… Non c’è nell’Universo il solo cotone delle virtù…ma anche il feltro dei vizi! Sei giovane come tutte le scienze astratte…

Urania-stupita-: Accettando il castigo…o meglio, come sostieni, la prova, quale sarebbe invece l’esperienza che gli Dei hanno pensato di assegnare a te? Sei già così turpe…incarnazione materiale dell’inganno…

Ate: Semplice: sopportarti…o meglio non ucciderti…

Urania: Faresti questo? -sgrana gli occhi.

Ate: Ogni giorno, ogni ora… ma non potrei riabbracciare il mio Inferno…sto sacrificando l’istinto al raziocinio…un male ad un male più grande! e per me, che sono colpa e vergogna, è insopportabile la tua superba purezza…

Urania: capisco…eppure sai, non ti temo… Siamo immortali alla fine…

Ate: ci sono morti peggiori di quella meramente fisica, non credi? Potrei inquinarti come neanche immagini, trascinarti nella pazzia delle guerre, tra cadaveri decomposti e fiumi di sangue… lasciarti agli efori di Sparta o alla barbara perversione dei Persiani…

Urania- sorride: Perchè non lo fai? Presupponendo la mia ridicola sconfitta…

Ate: …ho maledettamente bisogno di te! Non lo capisci? Come può sussistere la rovina senza il suo opposto? Come posso riconoscere ed essere l’ombra senza la tua radiosa luce? E tu…credi davvero di poter fare a meno di me?

Urania: Ora capisco il senso di questo viaggio, mia amica e nemica… Qualcuno tra mille anni scriverà un libro sacro sulla conoscenza del bene e del male…ma noi saremo già dimenticate e i nostri altari profanati da un credo onnipotente…

Ate: Non importa questo: la metamorfosi della forma non sconvolge la sostanza…e il tempo umano per noi non ha valore…non siamo altro che energia sublimata in antitesi…

Urania: Sono stanca adesso…

Ate: Dormi pure, compagna…veglierò il tuo riposo con la leonessa. Arriverà un segno che ci indichi, da adesso in poi, la strada da percorrere…

 

Delia Cardinale

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