Siamo circondati da così tanti contenuti ed esposti a così tanti stimoli, che spesso non ci rendiamo conto che le automobili che guidiamo, gli indumenti che indossiamo, il cibo che mangiamo, la tecnologia che usiamo ogni giorno, fino alle pubblicità dei cartelloni, quelle in TV, o quelle che riceviamo sulla nostra casella postale sono frutto di un processo di ispirazione ed elaborazione che ruota attorno a uno specifico design, che ormai non siamo abituati ad apprezzare, ed in un certo senso diamo per scontato.

Le carte da gioco sono un perfetto esempio! Sicuramente in ogni casa è possibile trovarne almeno un mazzo, ma in pochi sono al corrente di quanto il loro design sia frutto di secoli di cambiamenti, sperimentazioni ed innovazioni, che hanno portato i mazzi di carte ad avere l’aspetto che hanno oggi.

Le prime tracce storiche di carte da gioco si possono trovare in Asia, nella Cina del nono secolo, ed ulteriori prove sono state reperite dall’India, fino alla Persia, e risalenti al lontano dodicesimo secolo, mentre in Europa le prime testimonianze risalgono al quattordicesimo secolo e si presume che siano state introdotte nella cultura occidentale dagli Arabi.

Alcuni dei primi riferimenti scritti a carte da gioco in Europa provengono da manoscritti in Latino, e fanno riferimento a mazzi di carte che venivano utilizzati per diversi giochi, spesso in combinazione con i dadi. Gli autori di questi manoscritti erano principalmente  monaci, che quindi spesso avevano intenzione di denunciare l’utilizzo di questi mazzi di carte perché promuovevano il gioco d’azzardo.

Nel mondo delle carte da gioco, che siano utilizzate a livello locale, nazionale, o internazionale, a simbologia è onnipresente. Dall’origine e simbologia delle varie figure, fino all’origine dei semi, sono diversi i riferimenti socio-culturali che possiamo riscontrare in qualsiasi mazzo di carte. Cuori, quadri, fiori e picche sono i quattro semi delle carte creati dai francesi. Il concetto originale di semi derivava invece dai mazzi di carte elaborati tra Italia e Spagna, che come da tradizione ancora presente, sono “denari, coppe, spade e bastoni”.

Il maggiore successo dei semi francesi è dovuto inizialmente al fatto che il loro design era  molto più facile ed economico da replicare, e riprodurre in scala. Bastava infatti utilizzare dei semplici timbri monocromatici per creare tutte le carte numerate, utilizzando la meno economica e più complessa xilografia solo ed esclusivamente per le figure. Sia per mazzi da 40 che per quelli da 52, questo rappresentava un’evidente convenienza.

 

Un altro esempio di design eccellente di dei mazzi di carte, che contribuisce a rendere lo stile delle carte sia piacevole alla vista, che facile da utilizzare, riguarda la simmetria. La maggior parte delle carte da gioco rappresentano infatti uno dei migliori esempi di simmetria del design con due scopi: rendere le carte piacevoli alla vista, stimolando l’attrazione che il nostro cervello ha inconsciamente verso tutto ciò che è simmetrico e probabilmente, una seconda funzione ancora più importante, quella che ci consente di capovolgere le carte quando si gioca, ed essere comunque in grado di mantenere una maggiore fluidità del gioco, consentendo ad ogni giocatore di sapere immediatamente che carte ha in mano, a prescindere dal loro orientamento, e questo vale sia per le carte numerate, con un design abbastanza più semplice, che per le figure, nelle quali è presente una simmetria invertita.

Il design delle carte da gioco è in seguito andato ben oltre la simmetria beneficiando in maniera eccezionale la funzionalità del design quando numeri (e le lettere) furono aggiunti come una sorta di indice agli angoli delle carte da gioco. Questa modifica del design consente infatti ai giocatori di tenere le carte più vicine, e di utilizzare una sola mano piuttosto che due. Prima di questa modifica, la carta del fante, che oggi conosciamo come J (Jack) era conosciuta come “Knight”, ma continuare ad utilizzare la lettera K di Knight avrebbe causato un problema di confusione con la carta del Re, ossia il K (King), in quanto la stessa lettera sarebbe apparsa in entrambe le carte. Questi piccoli aggiustamenti sono un fantastico esempio di come con il passare del tempo il design delle carte da gioco sia cambiato, mantenendo sempre al centro dell’attenzione l’utilizzo e l’esperienza del giocatore, rappresentando di fatto un meraviglioso esempio che tutti i designer dovrebbero seguire.

 

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