Anton Cechov: Arianna, la trappola dell’idealizzazione
Intrecci Edizioni presenta nella nuova collana Enne Classics il racconto “Arianna” dello scrittore e drammaturgo Anton Pavlovič Cechov (Taganrog, 1860 – Badenweiler, 1904).
In questa collana, inaugurata proprio con l’opera dell’autore russo, si vuole andare alla scoperta di tesori nascosti della letteratura italiana e internazionale, ed effettivamente “Arianna” è un racconto poco conosciuto di Cechov, datato 1895, ma non meno importante perché esprime bene quelli che sono i temi principali trattati nelle sue opere, come la noia, l’incapacità di vivere e di avere rapporti umani equilibrati, l’egoismo e la solitudine.
Al protagonista di questo amaro racconto, Ivan Il’ič Samochin, viene affidato il compito di narrare con la disincantata ironia tipica di Cechov una storia di incomprensioni e di caduta delle illusioni. Tutto ha inizio su un battello a vapore che percorre la tratta da Odessa a Sebastopoli: due uomini russi si incontrano e uno dei due, Samochin appunto, inizia un discorso tanto appassionato quanto cinico sulle donne e sull’amore. L’altro, colui che offre il punto di vista sulla vicenda, per rispetto verso il suo interlocutore non lo interrompe e si presta gentilmente ad ascoltare la triste storia dello sconosciuto, che verte su un amore sofferto: «Parliamo spesso di donne perché, a me pare, non ne siamo soddisfatti. Consideriamo la donna in una maniera ideale e mostriamo di avere delle esigenze che non hanno alcun rapporto con ciò che la realtà può offrirci». Da queste parole risulta chiaro che Samochin abbia avuto una forte delusione d’amore, e ben presto si scopre il nome della donna che gli ha provocato tanto dolore: Arianna Kozlović. L’uomo è caduto sotto una sorta di incantesimo malefico ed è completamente ossessionato da Arianna, perché l’ha idealizzata oltre misura. Ma allo stesso tempo si rende conto che ella non sa amare perché è fredda e calcolatrice, e durante il lungo racconto si scoprono le macchinazioni di una donna che vive solo per piacere agli altri, e che è disposta a tutto, anche a mentire e a tradire, per sentirsi adorata. Samochin, nonostante si svegli parzialmente dalla sua illusione, continua testardamente a poetizzare l’amore; emblema dell’eroe tragico che pensa che soffrire elevi l’uomo.
Il grande scrittore russo ci offre il ritratto di un uomo tormentato e fragile, innamorato dell’amore, generoso e nobile anche quando la maschera della donna cade rovinosamente; e nel mentre ci regala una lucida riflessione sulla piccola borghesia del suo tempo ormai in decadenza, schiacciata dai suoi stessi errori.
“Arianna” di Anton Cechov (Intrecci Edizioni)
Puoi acquistarlo direttamente da qui, clicca sul banner, avrai diritto a regali e vantaggi: