Dove vado ogni notte?
Dove sostengo il mio stesso sguardo senza paura alcuna?
Dove mi riconosco?
Dove ho inghiottito i miei stessi sputi destinati ad altri?
Dove? Mi chiedo dove ho assorbito la ferita?
Dove spumeggia il fluido di vita ai bordi della mia pelle?
E la carne dove Γ¨ piΓΉ calda e perchΓ©?
Sono mille e settecento i motivi per cui sono viva, ma generalmente me ne ricordo solo tre o quattro.
Sciatta di memoria nonostante la ginnastica quotidiana del cuore io ricordo il vino e i viaggi da cui mai sono tornata.
Ricordo il tuo sorriso quando Γ¨ a forma di V e i tuoi occhi che si eccitano di cespugli selvatici e di bianchi rumori del mondo.
Alla ricerca di questa presenza ingombrante del mio io sempre vergine e scostante, mi separo dal mondo quando diventa pesante, quando diventa eco di una sola voce.
Io vado a caccia di raritΓ .
Solo i rari non mi disgustano e ogni qual volta una banalitΓ  cade dall’albero e vedo raccoglierne un frutto mi scoppia un’arteria e fatico a curarla.
Non so se la mia Γ¨ una condanna, mi chiamo Anna.

𝓉eπ“ˆπ“‰o 𝒹𝒾 π’œπ“ƒπ“ƒπ’Άπ“π’Ύπ“ˆπ’Ά F𝒢𝓁𝒸𝒾𝒸𝒸𝒽𝒾o

Fo𝓉og𝓇𝒢𝒻𝒾𝒢 𝒹𝒾 Roπ“ˆπ’Ά Bπ’Άπ“ˆπ“Šπ“‡π“‰o

 

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