A sud del confine, a ovest del sole
Due giorni della mia vita nella vita di Hajiime, il protagonista del romanzo di Murakami “A sud del confine, a ovest del sole”.
Già mi manca e lo cercherò in altri romanzi e in me stessa.
Con lo stesso respiro del mio cuore ho ascoltato il cuore pulsante di questa storia di vita e d’amore e di formazione dell’anima.
Se leggere ci aiuta a capire chi siamo, a sentirci meno soli, a convivere con la malinconia, voglio leggere tutta la vita e conservare nel mio cuore tutta la vita che ho letto tra le righe, tutti i tentativi, tutte le somiglianze che ho trovato con i miei.
Cosa c’è a sud del confine? Cosa c’è oltre il ghiaccio che si rompe in noi quando qualcuno riesce a toccarci davvero? E chi siamo noi sempre alla ricerca di una verità che si sfalda sotto i nostri occhi e sotto la nostra pelle?
Ricerca. Filtri. Verità.
E poi il dialogo.
“La nostra memoria e le nostre sensazioni sono troppo incerte e unilaterali e quindi, per trovare la veridicità di alcuni fatti, ci basiamo su una “certa realtà”. Ma quella che per noi è la realtà, fino a che punto lo è davvero e fino a che punto è quella che noi percepiamo come tale? Spesso è addirittura impossibile distinguere tra le due. Quindi per ancorare nella nostra mente la realtà e provare che sia tale, abbiamo bisogno di un’altra realtà attigua che possa relativizzare la prima. Questa realtà attigua, però, necessita come base, a sua volta, di una terza. Questa catena all’interno della nostra coscienza continua all’infinito ed è proprio grazie ad essa che noi esistiamo. A un certo punto, però, può accadere che la catena si spezzi e si faccia confondere: non capiamo più se la realtà si trovi da questa parte della catena o dall’altra.”
“Pretend you’re happy when you’re blue
It isn’t hard to do”
Nat King Cole risuona nella mia mente e rivivo tutte le sensazioni del romanzo e il senso di incompiuto e inafferabbile che la vita mi trasmette.
Ma domani è un altro giorno e cercherò ancora la forza.
Annalisa Falcicchio