Convivere con la CPAP: l’importanza della scelta della maschera
La gran parte delle persone che soffrono della sindrome delle apnee/ipopnee ostruttive del sonno (OSAS) sono trattate con la ventilazione a pressione positiva (terapia PAP), che viene effettuata di norma con i dispositivi CPAP (Continuous Positive Airway Pressure).
Questi dispositivi, erogando un flusso d’aria a pressione costante, mantengono aperte le vie aeree superiori ed eliminano le varie problematiche legate al collasso delle vie aeree e alle conseguenti interruzioni della respirazione nel sonno.
Affinché la terapia CPAP risulti efficace deve essere utilizzata continuativamente durante il riposo notturno ed è quindi necessario che sia ben tollerata dal paziente. A questo proposito risulta fondamentale la scelta della maschera.
La maschera nasale CPAP, infatti, rappresenta il punto di contatto diretto tra il paziente e il dispositivo che eroga il flusso d’aria e deve quindi garantire non solo la perfetta somministrazione dell’aria pressurizzata, ma anche tenuta e comfort.
Una maschera non adeguata può compromettere in parte la terapia e dar luogo a effetti collaterali fastidiosi come per esempio segni sul viso o irritazioni cutanee.
Cosa si deve considerare nella scelta della maschera?
È necessario tenere presente che le maschere per la terapia CPAP non sono tutte uguali e, cosa da non trascurare, nemmeno tutti i pazienti sono uguali: c’è chi respira tendenzialmente con la bocca, altri con il naso e alcuni con entrambi; alcune persone, inoltre, dormono supine, altre prone, altre dormono di lato, altre si agitano molto ecc.
Si deve anche considerare che non tutti hanno lo stesso livello di sensibilità cutanea; vi sono per esempio persone spesso soggette a dermatiti, altre con la pelle particolarmente irritabile ecc.
È quindi necessario considerare i vari fattori in gioco per scegliere la maschera più adeguata a ogni specifico caso.
Le varie tipologia di maschere
Sono tre le principali tipologie di maschere per la terapia CPAP: nasali, con olive nasali e oronasali.
La maschera nasale è la tipologia più diffusa. Viene indossata sopra il naso e fissata al volto con un laccio che passa dietro alla testa.
È la scelta più indicata per le persone che tendono a dormire soprattutto sul fianco e che modificano spesso la posizione durante il sonno. Non è però la scelta migliore per coloro che respirano anche con la bocca e nemmeno per coloro che sono facili alle irritazioni e ai raffreddori.
Quella con olive nasali è una maschera con “olive” di piccole dimensioni che vanno inserite nelle narici. È un modello idoneo a chi tende ad agitarsi nel sonno e sono l’opzione ideale per chi deve indossare la maschera di giorno e porta gli occhiali. Non è la scelta migliore se si soffre di secchezza nasale o se si hanno frequenti episodi di perdite di sangue dal naso.
La maschera oronasale, altrimenti nota come maschera facciale, è il modello più ingombrante dei tre. Risulta essere quello più efficace nei pazienti per i quali è previsto un livello di pressione dell’aria più elevato, per coloro che sono abituati o devono respirare con la bocca e anche per coloro che hanno un’ostruzione nasale.
Se si deve indossare questo tipo di maschera si dovrebbe rinunciare a portare barba e/o baffi perché possono creare problemi di aderenza e, quindi, perdite d’aria.
Per quanto riguarda i materiali, le maschere sono in genere realizzate con il silicone, un materiale ipoallergenico, ma se questo non è comunque ben tollerato si può provare con una maschera realizzata in Memory Foam.