Non si smette mai di dire quanto è bella una donna.

Quanto.

Proviamo con quando? Proviamo con come?

Si tratta di una cosa seria, mica i fiorellini e i sorrisetti. Andiamoci a vedere un pochino di storia: la lotta nelle fabbriche, i padroni, i diritti negati, gli abusi. Una faccenda molto più complessa di un mazzo di fiori a pallini. Il mazzo di fiori, ancora oggi, ci serve a pallettoni.

Ridateci la lotta di classe, credeteci se diciamo che siamo in pericolo, presidiate i nostri diritti economici, smettetela di lasciare che ci ammazzino, o che si dimentichino di versare quanto stabilito. Smettete di darci un contentino per fare figli, e virate sui consultori, sulle case delle donne, sugli asili nido, sull’educazione affettiva, sullo sportello di psicologia all’interno di ogni scuola, tutto l’anno, trecento studenti? Trecento ore a disposizione con un professionista, moltiplicate almeno per sei!

Finitela di mettere in discussione la faccenda dell’aborto, che in ogni caso, per ognuna è sempre, sempre una tragedia.

Non facciamo più figli. Eh sì, c’avete ragione.

Mamme lo saremmo pure diventate, a una certa, ma ci occorre cercare un lavoro pure a cinquant’anni (per lavorare fino a che arriveremo alla tomba). Allora, mò che c’abbiamo cinquant’anni, figli non ne facciamo più, possiamo e vogliamo lavorare, ci assumete, mò? Se vogliamo un lavoro o lo vogliamo cambiare ci assumete, mò? Ma come, vi abbiamo detto che tranquilli, figli non ne facciamo più! Cos’è, che abbiamo detto che lo stipendio deve essere uguale per tutti? Vabbé, per la pensione chissà come si mette, ma la tomba, quella dai, almeno quella datecela da Taffo.

Se non ce la fate va bene anche un maggiordomo, finchè siamo vive, ma statale però. Così magari ce la facciamo a fare il pane in casa e il “meal prep” la domenica per tutta la settimana a venire.

Avete rotto. Mangiatevi i sofficini.

Hanno rotto i guru e i sacerdoti e le sacerdotesse del benessere, perché il valore non ci vuole una crema viso a mettercelo addosso. Smettete di dirci che siamo belle solo se siamo abbastanza magre, abbastanza eleganti, se a cinquant’anni reggiamo ancora bene sui tacchi.

Avete rotto, le rughe ce le vogliamo tenere, e le smagliature non se ne vanno via con il siero ai cuccioli di foca cresciuta ad aloe vera nella valle dell’acido ialuronico! Lasciatecele lasciare lì dove stanno, che ci dicono pure quando sta per piovere. La seduzione è strategia, arte che s’impara, intelligenza multipla, e ‘sta roba qua non c’entra niente. E poi non ci va più di andare alla conquista. Alla conquista del west! Hai capito, zio Zeb? Ma a quale conquista ci vogliono far andare?

Lasciateci invecchiare in santa pace lisce, morbide e bianche, e non osate romperci i riti. Fateci fare le anziane del villaggio, senza chiederci di restare giovani. Sarà un onore per noi poterlo fare, e lo faremo con un certo stile. Il nostro. Inventato, sudato, ricostruito, dissepolto, resuscitato.

Alla conquista di cosa, alla riscossa da chi. La realtà non è un’avventura. Guardiamola, alla luce dell’oggi. E’ la sorella della verità, la sorella stanca, sdrucita e incazzata della verità, vestita peggio di lei.

Ce ne andiamo a dormire ancora con domande irrequiete che ci levano il sonno, e tra queste avrò seminato abbastanza nell’educazione dei miei figli, e la domanda ha sfumature diverse, quando c’è anche la figlia che è femmina.

Dato che ci siamo, con dolcezza, avrebbero un tantino anche rotto certe madri, a dirci come occorre essere, e di utilizzare su di noi, figlie femmine, le misure sociali di due generazioni fa. Quell’unità di misura non misura più, ma’! E se guardi bene l’avresti voluta fare a pezzi pure tu!

E avete rotto anche voi che fate le nemiche, a pensare veleno quando qualcuna di noi raggiunge un traguardo. Trasformate l’invidia in intelligenza nel fare. Finiamola, e maturiamo atteggiamenti, visioni, creazioni. A sera lo siamo tutte: sole, confuse e stanche.

Non abbiamo bisogno di nessuna assoluzione, ci siamo affezionate ai nostri peccati, gli diamo un nome, continuiamo a dialogarci perché hanno tante cose interessanti da dire.

Continuerete a rompere.

Ma noi continueremo a costruire.

 

Foto: Oliver Krüger

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