” -Simoni: Che cerchi?
-Marco Salviati: Se m’era rimasto un vaffanculo, così t’o davo!”

 da Salviati si fruga in tasca

LEO GULLOTTA – Simoni
NINO MANFREDI – Marco Salviati

 

A cento anni dalla nascita di Nino Manfredi, il 22 marzo 2021, ricorre il suo centenario e tra i vari contributi dedicati all’artista spicca la biografia di Andrea Ciaffaroni, edita da Sagoma edizioni.

Circa cinquecento pagine che raccontano la storia personale e artistica di Manfredi con una discografia, filmografia, bibliografia completa e inedita grazie al lavoro meticoloso e di qualità compiuto da Andrea Ciaffaroni, che ha sempre considerato Saturnino, ossia Nino Manfredi, un idolo.

Il libro è impreziosito dalla prefazione di Alberto Anile che scrive: “Manfredi è lo studio, la precisione, la preparazione, il gesto agile misurato. Si dice che sul set volesse continuamente dire la sua, rifare, riaggiustare: un rompiscatole. Dino Risi lo chiamava ‘l’orologiaio’, per la sua dedizione al dettaglio”.

Una biografia quella di “Alla ricerca di Nino Manfredi” che ricostruisce, grazie alla testimonianza di alcuni testimoni e della stessa famiglia la sua spettacolare carriera e non solo, perché Ciaffaroni traccia un percorso che parte dal suo privato, dai luoghi dove è nato e dai suoi affetti che poi ne hanno decisamente caratterizzato il suo personaggio, la sua aria ‘sorniona e la sua ironia disincantata’ ma anche la parte della sua vita sofferta e dolorosa viene portata alla luce e poi legata a uno dei suoi capolavori “Per grazia ricevuta” che è stato definito uno dei film più veri dove il regista, perché è stato anche questo, ha messo a nudo il suo dolore con strema sincerità e all’epoca nessuno lo aveva mai fatto.

È complesso descrivere una figura come quella di Nino Manfredi. Ha regalato al pubblico dei personaggi straordinari, ha prodotto film, realizzato canzoni, partecipato e noti spot pubblicitari, ma soprattutto è stato un uomo, un marito e un padre, nonché uno dei primi artisti a essere laureto. Nonostante abbia preso la laurea in giurisprudenza controvoglia, solo per accontentare il padre, a distanza di anni dovette riconoscere che quel pezzo di carta faceva la differenza e che il sacrificio che fece non fu del tutto inutile.

Il libro si chiude con la postfazione di Alberto Crespi che conclude così: “E non ci sono più Nino Manfredi e Alberto Sordi. Qualcuno dirà che è un bene. Noi, per il tempo necessario a scrivere la postfazione a questo libro bellissimo libro che contribuirà a tenere in vita la memoria di questo superbo attore, ci siamo permessi un pizzico di nostalgia”.

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